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Veterinari apprezzati anche se un po' cari

16 mag 2022 | 2 min di lettura

veterinari apprezzati anche se un po cari

Pochi assicurano il rimborso delle spese mediche

Cani, gatti e cuccioli di casa sono orami membri della famiglia. Non sorprende, allora, che la loro salute sia sempre più curata e – di conseguenza – comporti una spesa sempre più sostanziosa. Ma quanto sono soddisfatti gli italiani dei veterinari? Molto, secondo un'indagine di Altroconsumo. Se il servizio e la competenza sono molto apprezzate, non si può dire lo stesso del prezzo.

Le spese annuali per cani e gatti

Se si contano visite, interventi, spese per medicine, cibo e prodotti specifici, un cane costa in media 1.562 euro. E una quota consistente (341 euro) va alle spese mediche, che aumentano se il cane è anziano. Per i gatti, le cifre calano: i proprietari intervistati spendono in media 1.208 euro, di cui 194 euro per cure mediche.

Si spende soprattutto per i prodotti antiparassitari, acquistati in farmacia o nei negozi di animali. I medicinali sono invece comprati solo in farmacia, mentre cibo e prodotti per l’igiene al supermercato, nei negozi di animali e nei canali online.

Il 49% degli intervistati, infine, ha stipulato un’assicurazione per il cane, solo in pochi hanno fatto includere un rimborso delle spese veterinarie Secondo un'indagine di Facile.it, una polizza che rimborsi le spese mediche del proprio animale domestico ha un costo medio di circa 100 euro l’anno.

Chip, razze e adozioni

Dall'indagine di Altroconsumo, compiuta intervistando i propri soci, è emerso anche altro. Il 44% dei cani non è di razza. La maggior parte ha il chip elettronico e un collare che li identifica ed è registrato all’anagrafe canina. Purtroppo, il 28% di chi possiede un cane è costretto a lasciarlo a casa da solo anche dalle cinque alle dieci ore nei giorni lavorativi.

Diversi sono i dati per i gatti: ben il 77% non è di razza, ma arriva dai gattili o è donato da un amico. Ma pochissimi indossano un collare e solo il 16% ha un chip. I gatti stanno ancora di più tempo da soli: la quota di chi non è in abitualmente in casa per cinque-dieci ore sale al 47%.