Scatola nera, uno strumento sottovalutato
28 mar 2016 | 3 min di lettura | Pubblicato da Christian T.
La scatola nera è vero successo?
Negli ultimi tempi si parla molto della “scatola nera”, uno strumento mutuato dagli aeroplani che, installato sulle automobili, potrebbe fornire il dettaglio di tutto ciò che avviene sul mezzo: soprattutto sulla velocità.
L'idea che da più tempo circola nel mondo delle assicurazioni è quella di associarlo alla polizza assicurativa per spuntare un prezzo più basso. Dal punto di vista teorico non fa una piega: un guidatore è talmente sicuro della sua guida prudente che desidera uno strumento capace di dimostrarlo e di fargli pagare meno. Nella pratica questo assunto si scontra con banali problemi tecnici e con domande come: chi si farà carico del costo della scatola nera? L'automobilista? La compagnia assicurativa? La casa produttrice dell'auto?
La prima scatola nera fu inventata nel 1953 e dal 1958 fu prodotta a livello industriale e montata sugli aerei. Quasi sessant'anni! Pensiamo a quanto è diventata utile nell'aviazione: ad ogni disastro aereo è la prima cosa a cui si pensa. Oggi le tecnologie relative a questo dispositivo e la capacità di conservare i dati sono ampiamente migliorate, eppure si fatica a farlo entrare nel mondo dell'automobile.
Molti commentatori vedono in questo atteggiamento una resistenza inutile al normale avanzamento tecnologico e ci si spinge a proposte più ambiziose come quella di renderla obbligatoria su tutti i mezzi di trasporto privati. Se a prima vista può sembrare esagerato, basta rifletterci un attimo per capire quanto potrebbe essere utile. Se tutte le automobili dovessero per legge montare la scatola nera si risolverebbe anzitutto il problema dei costi di installazione: questi sarebbero a carico delle case produttrici (che eventualmente possono rimodellare il prezzo finale dell'auto), per le assicurazioni sarebbe più facile concedere gli sconti sulla Rc Auto, perché per legge le scatole nere avrebbero dei parametri unici e validi per tutti e per gli automobilisti sarebbe un sollievo, non solo per pagare meno l'assicurazione, ma anche per sentirsi più tutelati sulle strade. Pensiamo a tutti gli incidenti in cui non si capisce bene di chi è la colpa: oggi per stabilire le colpe in casi dubbi ci si affida alle forze dell'ordine che devono procedere ai rilievi, lenti e imprecisi. Un dispositivo come la scatola nera dotata di Gps potrebbe facilitare anche il lavoro di Vigili Urbani e Polizia: basterebbe scaricare i dati dai veicoli coinvolti. Anche i tragici casi di pirateria della strada potrebbero essere risolti più facilmente.
Da un punto di vista più generale anche per lo Stato sarebbe un guadagno: se ogni guidatore sa di essere monitorato, sarebbe più incline a guidare con prudenza e rispettando regole e limiti di velocità, riducendo il numero di morti sulle strade. Esattamente come è successo nelle autostrade dopo l'introduzione del sistema di controllo della velocità “Tutor”.
Da qualunque parte la si guardi la questione sull'utilizzo della scatola nera sembra avere molti pro e nessun contro. Una tecnologia ormai presente da sessant'anni, ben collaudata, che potrebbe migliorare le condizioni di guida e far risparmiare sulle assicurazioni. Forse c'è bisogno di una presa di coscienza collettiva o che la politica porti avanti questa causa con coraggio, superando le resistenze iniziali per un bene futuro.
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