Stress da auto. Come evitarlo
23 ago 2013 | 3 min di lettura | Pubblicato da Christian T.
Comportamenti alla guida, situazione ambientale, alcol e cellulare. Sono soltanto alcuni degli stress da volante a cui si sottopone l’italiano medio. Un’importante società assicurativa, in una serie di sondaggi, ha cercato di inquadrare i principali problemi dell’italiano medio alla guida.
Il 48% dei nostri concittadini somatizza la stanchezza provocata dal prolungato tempo passato al volante diventando più ansioso, per il 37% aumenta l’irritazione, fino a diventare mal di testa o persino tachicardia.
Ma non è solo il traffico a colpire mente e corpo. Tra gli elementi che peggiorano lo status dei conducenti, guidare con la nebbia, i camion e gli altri mezzi pesanti su strada, la grandine e i temporali. Le strade buie i temporali estivi e la grandine. E c’è di più. Spesso sono i comportamenti degli altri a influire e a provocare fastidio. Un classico: il parcheggio in doppia fila, che fa impazzire la metà dei guidatori, a seguire chi non usa le frecce quando svolta o chi getta oggetti dal finestrino, di solito rifiuti e mozziconi di sigarette. Gli “insicuri” alla guida che magari occupano due carreggiate sono un problema per un terzo degli automobilisti.
Riflessi rallentati? Sarà colpa dell’alcol e del cellulare
Come influisce l’alcol sulla guida? Quanti bicchieri posso bere prima di ubriacarmi? Gli effetti degli alcolici variano da persona a persona, così come diversi sono i tempi di smaltimento. Da una ricerca del Transport Research Laboratory (TRL), centro studi britannico, è (sorprendentemente) emerso che non esiste una correlazione diretta fra peso, altezza e sesso di una persona e la velocità di smaltimento del tasso alcolemico. Addio allora agli strani espedienti del bersi un caffè doppio o un litro di latte per abbattere il tasso entro i limiti consentiti dalla legge…
Guida e cellulare, si sa, non vanno proprio d’accordo. Se prima ci si limitava a parlare e a volte scrivere un sms al volante, oggi il rischio è navigare sugli smartphone e perdere completamente il controllo del veicolo. Eppure è del 17% la percentuale di conducenti che continua a farlo e quasi un quarto tra la popolazione under 24. E uno studio correlato del TRL ha misurato i tempi di reazione e le performance al volante mentre i soggetti aggiornano il proprio status su un social network o inviano un messaggino, dimostrando un rallentamento dei riflessi del 30%.
Paura e ansia in caso di incidente, chiamare il 112 (numero europeo d’emergenza)
Da uno studio EuroTEST condotto in 14 Paesi europei dagli Automobile Club in collaborazione con la Croce Rossa è venuto fuori che il 93% degli automobilisti italiani non sa da dove cominciare in caso di incidente stradale. Ed è un problema nel momento in cui la metà dei decessi nei sinistri stradali avviene entro pochi minuti dall’evento, ben prima che arrivino i mezzi di soccorso.
La prima cosa da fare per mettere in sicurezza il luogo dell’incidente? La risposta è “non lo so” per l’86% degli intervistati. Benché in partenza il 62,3% degli automobilisti si dichiari in grado di intervenire, il 70% a stento conosce le parole “primo soccorso” e il 97,5% degli italiani non conosce appieno la procedura da seguire (percentuale più alta in Europa); l’85,5% non sa che il numero europeo di emergenza sia il 112;
La fotografia in Europa non è molto più confortante: 2 automobilisti su 3 si dichiara pronto ad intervenire ma poi, nei fatti solo uno su cinque sa come muoversi.
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