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Quando l'assicurazione risarcisce il colpo di frusta?

Come colpo di frusta si intende quel particolare infortunio che colpisce la parte superiore della colonna vertebrale.

Ad essere interessati, in queste occasioni, sono non solo muscoli e legamenti del collo, ma anche le vertebre cervicali. Il brusco movimento che viene effettuato dalla testa si verifica solitamente in occasione dei tamponamenti tra autovetture, dando luogo ad un superamento da parte del collo dei limiti fisiologici di movimento.

In pratica, la testa opera una brusca flessione all'indietro con successiva nuova flessione, altrettanto brusca, in avanti, tale da culminare in una distorsione a carico della colonna cervicale.

I dolori che si accompagnano al colpo di frusta possono durare a volte alcune settimane, per poi ridursi gradualmente, mentre in altri si possono evidenziare danni di carattere permanente, come le ernie del disco.

Tra i tanti sintomi che possono manifestarsi nelle 24 ore successive al trauma, si possono includere il mal di testa, dolori al collo e sua rigidità, nausea, vertigini, calo della vista e diffusa stanchezza.

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Risarcimento colpo di frusta: è sempre possibile?

Sino a qualche anno fa, per poter avere diritto al risarcimento dopo aver constatato la presenza dei sintomi che abbiamo descritto, bastava recarsi presso il Pronto Soccorso e far verificare i danni al personale presente al suo interno. Solitamente, il colpo di frusta ricadeva nel calderone dei danni fisici da incidente stradale e la situazione poteva essere risolta con una certa facilità.

Però in Italia si verifica ogni anno un gran numero di truffe assicurative, che hanno riguardato anche i colpi di frusta. Proprio per questo è stato emanato un decreto legge nel 2012 per effetto del quale l’articolo 139 del Codice delle Assicurazioni afferma ora che, nel caso di lesioni lievi, per ottenere il risarcimento non basta più presentare un certificato rilasciato dal pronto soccorso, ma occorre il verbale del medico in cui sia evidenziato il colpo di frusta conseguente all'incidente patito.

In particolare, a testimoniare la sua presenza devono essere una TAC, una radiografia oppure una risonanza. Un concetto ribadito dalla Legge sulla Concorrenza rilasciata nel 2017, che recita testualmente: "Le lesioni di lieve entità che non siano suscettibili di accertamento clinico strumentale obiettivo, ovvero visivo, con riferimento alle lesioni, quali le cicatrici, oggettivamente riscontrabili senza l’ausilio di strumentazioni, non possono dar luogo a risarcimento per danno biologico permanente".

Infine, l'ultimo intervento teso a chiarire la materia è arrivato ad opera della Corte di Cassazione che, in una ordinanza del 2020, ha affermato l'indispensabilità del parere di un medico legale, che deve essere espresso sulla base degli esami effettuati.

Sinistro con colpo di frusta: cosa fare

Nel malaugurato caso di un incidente con conseguente colpo di frusta, come ci si deve comportare?

La prima cosa da fare è la compilazione del CID, il Modulo di Constatazione amichevole di incidente, che deve quindi essere siglato da entrambe le parti coinvolte nell'evento. Da sottolineare anche che nel caso siano presenti testimoni di quanto avvenuto conviene senz'altro riportarne le dichiarazioni, in modo da evitare qualsiasi problema di carattere assicurativo.

Il secondo passo dovrebbe avere luogo nello stesso giorno dell'incidente e concretizzarsi in una visita presso il Pronto Soccorso, teso all'accertamento degli eventuali danni fisici riportati durante il suo svolgimento. Nell'eventualità che gli esami effettuati confermino la presenza del colpo di frusta, dovrà poi essere un medico a rilasciare il certificato attestante la reale situazione e la diagnosi in cui saranno precisate le tempistiche previste per poter effettivamente guarire.

Espletata questa fase, che è la base per i successivi movimenti, occorre quindi passare alla compilazione della domanda per poter essere risarciti dalla propria compagnia assicurativa, cui dovrà essere inviata. La stessa potrà a sua volta procedere all'indicazione di un medico legale cui spetterà il compito di esaminare la vittima ed esaminare tutta la documentazione che è stata acclusa alla domanda. Il fine di questo passo è la valutazione della gravità del danno occorso e della percentuale di invalidità che ne è conseguita.

L'ultimo passo consiste nell'indicazione di un importo giudicato congruo dalle due parti per il risarcimento del danno.

Calcolo risarcimento colpo di frusta

Abbiamo quindi visto cosa sia il colpo di frusta e l'iter procedurale per poter ottenere un risarcimento nel caso in cui si sia verificato a seguito di un incidente automobilistico. La domanda che si pongono in molti, al riguardo, è però la seguente: qual è l'entità di un risarcimento, in casi di questo genere? Il punto da cui partire, in tal senso, è rappresentato proprio dalla precisazione del tipo di danno riportato.

È la legge stessa a indicare il colpo di frusta alla stregua di una lesione micropermanente. Chi ne sia oggetto può quindi vedersi assegnati sino a 9 punti percentuali di invalidità. È anche necessario stabilire se si tratti di un danno permanente o temporaneo. Nel primo caso, ai fini del risarcimento, si devono tenere nel conto tutte le conseguenze che andranno a gravare sull'interessato, anche una volta che sia arrivata la sospirata guarigione. Se il danno riportato è soltanto e fortunatamente temporaneo, a dover essere considerato è proprio il lasso temporale necessario per poter tornare in piena forma. Gli importi, comunque, mutano sulla base delle possibili situazioni, che sono naturalmente diverse l'una dall'altra.

In linea di massima, comunque, possiamo affermare che:

  • in caso di danno temporaneo si parte da un importo di 47,07 euro, da moltiplicare per ogni giornata di inabilità assoluta. In pratica, l'interessato si vedrà corrispondere tale quota per ogni giorno di degenza cui si sarà dovuto sottoporre al fine di ristabilirsi pienamente;
  • se invece il danno si rivela permanente, si partirà da 807,01 euro. Proprio questo è il livello corrispondente al primo punto di invalidità, il quale dovrà essere moltiplicato per ogni punto riconosciuto.

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