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Cellulare alla guida: le leggi

L'uso improprio del cellulare alla guida è una pratica pericolosa che innalza il rischio di essere coinvolti in un incidente stradale. Tra le cause che mettono a repentaglio la sicurezza di chi guida c'è soprattutto la distrazione: comporre un numero di telefono, scrivere un sms, controllare la posta elettronica, chattare su Whatsapp, scattarsi un selfie, ecc. sono tutti comportamenti che portano a distrarsi perché impediscono di tenere gli occhi puntati sulla strada e le mani sul volante, interferendo sull'attenzione e sulla prontezza di riflessi del conducente.

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Secondo il Codice della Strada, per gli automobilisti sorpresi a far uso di apparecchi telefonici durante la marcia è prevista una multa da 161 a 647 euro, la decurtazione di 5 punti della patente e la sospensione della patente in caso di recidiva. Non è stato invece approvato il disegno di legge che prevedeva un inasprimento delle sanzioni tra cui il ritiro immediato della patente di guida.

Siamo abituati a pensare che la sicurezza stradale sia insidiata soprattutto dall'alta velocità, dalla guida sotto l'effetto di alcol e droghe e dal mancato utilizzo delle cinture di sicurezza. In realtà a queste cause si aggiunge un altro comportamento molto rischioso: la distrazione. E qual è una delle principali fonti di distrazione se non l'uso del cellulare alla guida?

L'articolo 173 del Codice della Strada, secondo comma, recita: "È vietato al conducente di far uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici ovvero di usare cuffie sonore, fatta eccezione per i conducenti dei veicoli delle forze armate e dei Corpi di cui all'articolo 138, comma 11, e di polizia. È consentito l'uso di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare (purché il conducente abbia adeguate capacità uditive ad entrambe le orecchie) che non richiedono per il loro funzionamento l'uso delle mani".

In pratica la legge dice che è vietato usare il cellulare quando il veicolo è in marcia se questo comporta togliere le mani dal volante o lo sguardo dalla strada, ad esempio, per premere l'icona che consente di ricevere/rifiutare una chiamata o per scrivere un messaggio. Esenti dal divieto sono i conducenti degli organi istituzionali, come le Forze Armate, la Polizia di Stato, la Guardia di Finanza, i Vigili del Fuoco, la Croce Rossa(ecc.) a patto che utilizzino il telefono per motivi di servizio e non personali.

L'uso dello smartphone o del cellulare durante la marcia è concesso solo a determinate condizioni. È ammesso l'uso del sistema vivavoce, purché si abbia un buon udito perché è vietato tenere il telefono in mano (entrambe le mani devono essere libere), e delle cuffie auricolari, a patto che l'automobilista lasci libero almeno un orecchio per continuare a sentire i rumori del traffico circostante.

Il modo più sicuro per utilizzare il cellulare alla guida è impiegare la tecnologia bluetooth, che permette di sincronizzare lo smartphone con l'automobile e di effettuare e ricevere chiamate senza staccare le mani dallo sterzo e senza distogliere lo sguardo dalla strada. Quindi per quei veicoli che offrono la possibilità di telefonare o rispondere alle chiamate per mezzo del computer che controlla le principali funzioni dell'auto non ci sono rischi.

Cellulare alla guida quali sono le sanzioni

Le sanzioni per cellulare alla guida sono riportate nell'articolo 173 del Codice della Strada, comma 3-bis. I conducenti sorpresi a usare in modo incosciente lo smartphone durante la marcia devono pagare una sanzione pecuniaria che va da 161 euro a 646 euro, che può essere ridotta del 30% se si paga entro 5 giorni dalla contestazione. Se nei due anni successivi alla prima infrazione il medesimo automobilista viene nuovamente colto ad usare il cellulare al volante, gli verrà applicata la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente da uno a tre mesi.

La violazione del comma 2 dell'art. 173 comporta anche la decurtazione di 5 punti dalla patente di guida che il conducente potrà recuperare se nel biennio successivo non commetterà un'altra violazione. Se in seguito a tale decurtazione il punteggio della patente risultasse azzerato, sarà necessario rifare l'esame di guida entro un massimo di 30 giorni dalla notifica che lo dispone. Durante questo periodo il conducente potrà continuare a circolare con un'apposita autorizzazione, stando molto attento a non commettere ulteriori infrazioni.

E se si usa il cellulare al semaforo? Fermarsi al semaforo, allo stop, in fila nel traffico o al casello si configura come arresto, definito dal Codice della Strada come sospensione della marcia per esigenze di traffico. Ciò potrebbe far pensare che in questi casi l'uso del telefono non faccia scattare alcuna sanzione. I giudici, invece, hanno confermato multe date a conducenti che usavano il cellulare al semaforo, estendendo a tale situazione il significato di marcia perché l'auto era considerata comunque in circolazione. L'unico modo corretto per usare il cellulare in macchina è accostare, cioè spostarsi dalla strada e parcheggiare in un'area inibita al traffico, anche se il motore è acceso, a meno che non si utilizzi l'auricolare o il sistema vivavoce.

Di regola, la guida con cellulare deve essere contestata subito al conducente. Può però succedere che gli agenti delle forze dell'Ordine non possano procedere alla contestazione immediata dell'infrazione commessa dall'automobilista perché non sono in condizioni di fermare il veicolo sul momento. In questo caso la contravvenzione verrà recapitata a casa ma il verbale dovrà indicare con precisione i motivi per cui gli agenti non hanno potuto fermare il veicolo e contestare immediatamente l'infrazione, altrimenti la multa sarà nulla. Inoltre, se il conducente ritiene di essere stato ingiustamente multato a causa di un errore di percezione della Polizia, potrà contestare la multa.

Per opporsi al verbale di accertamento della violazione del Codice della Strada, privandolo della sua idoneità a far fede, oltre a far ricorso al giudice entro 30 giorni dalla notifica, il conducente deve ricorrere ad un apposito strumento processuale detto querela di falso che serve a smontare le dichiarazioni del verbalizzante. La redazione di un atto pubblico da parte di un pubblico ufficiale ha efficacia di piena prova e non può essere disconosciuta se non tramite appunto la querela di falso. Questo procedimento serve per verificare che l'ufficiale abbia agito correttamente e che nel verbale non abbia alterato, anche se involontariamente, la realtà dei fatti. La contestazione è dunque possibile, ma per avere la meglio occorre produrre prove molto convincenti (testimonianze attendibili, documenti, ecc.).

Infine, quando la superficialità di chi, mentre guida, si dedica contemporaneamente ad altre attività, è causa di gravi incidenti con feriti o morti, le Forze dell'Ordine hanno licenza di esaminare attentamente e persino sequestrare lo smartphone e ogni altro dispositivo reperibile nell'abitacolo del conducente di cui si ipotizza la responsabilità. Lo scopo è quello di controllare se in memoria sono registrate azioni che potrebbero aver distolto la sua attenzione dalla guida. Per appurare la responsabilità dell'automobilista gli agenti andranno a caccia di chiamate, finestre di navigazione aperte, sms o messaggi in chat inviati al momento dell'incidente.

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