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Auto elettriche: per gli europei la transizione green può attendere

25 ott 2024 | 3 min di lettura

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Si allungano i tempi della transizione green nella mobilità: nel 2023 solo quasi un quarto (23%) del totale delle auto immatricolate in Europa è stato di tipo elettrico, con un ulteriore lieve aumento rispetto all’anno precedente. A fare il punto della situazione è l’ottava edizione dello Smart Mobility Report 2024, della School of Management Politecnico di Milano.

Un quadro di progressivo rallentamento

Tra i grandi Paesi europei a rallentare in maniera significativa, pur mantenendo una media di immatricolazioni comunque superiore a quella europea è la Germania (-6,2%). Il nostro Paese si conferma, invece, il meno convinto a passare a nuovi modelli di alimentazione: nonostante il potenziamento delle infrastrutture di ricarica e l’innovazione tecnologica, l'Italia fatica a tenere il passo con l’elettrificazione del parco auto. Il mercato italiano delle auto elettriche mostra – caso unico in Europa – segnali di profonda stagnazione, con ben due anni di calo delle immatricolazioni ed una posizione relativa che ci relega agli ultimi posti in Europa per stock di veicoli elettrici in circolazione.

Gli alti costi iniziali, nonostante gli incentivi, e una percezione ancora limitata dei benefici a lungo termine della mobilità elettrica, anche in termini di polizza Rc auto e di consumi, hanno rallentato le immatricolazioni.

Per colmare il gap con gli altri Paesi europei e raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione previsti per il 2030, l'Italia dovrà compiere un vero e proprio salto nelle immatricolazioni. L’obiettivo per il 2030 richiede di immatricolare mediamente più di 800.000 veicoli elettrici all’anno, un numero di gran lunga superiore rispetto ai livelli attuali.

I numeri in Europa: da gennaio -12,3% di immatricolazioni

Se il 2023 si chiudeva con quasi un’auto elettrica su quattro immatricolate in Europa (23,4%), in ulteriore lieve aumento rispetto al 2022 (+0,5%) e in crescita anche in termini assoluti (3 milioni di nuove auto elettriche (+16%) tra full electric (67%) e ibride plug-in). I primi otto mesi del 2024 mostrano un’inversione di tendenza: l’incidenza di nuove auto elettriche infatti è scesa a 21,2%, calo che si riscontra in tutti i principali mercati auto europei tranne il Regno Unito. Anche in Italia, dove purtroppo la decrescita non si ferma e ci relega, insieme alla Spagna, agli ultimi posti per vetture elettriche circolanti: -0,2% di immatricolazioni nel 2023 sul 2022, anno già di stagnazione, e un ulteriore -12,3% tra gennaio e agosto 2024 rispetto allo stesso periodo precedente, nonostante il potenziamento delle infrastrutture di ricarica e le innovazioni tecnologiche.

L’anomalia italiana

Il caso italiano si conferma peculiare per effetto del boom che si è registrato in Italia a giugno grazie all’Ecobonus: +38,7% di nuove auto elettriche rispetto allo stesso mese 2023. Nonostante ciò, per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 bisognerebbe immatricolarne più di 800 mila all’anno, una cifra decisamente poco realistica visto che nel triennio 2021-2023 si sono attestate a circa 130mila annue.

Nemmeno la crescita delle infrastrutture di ricarica (+35% rispetto al 2022 quelle ad accesso privato, salite a 500 mila anche grazie al Superbonus e ora pari a un decimo di quelle ad accesso pubblico) ha convinto gli italiani a passare all’elettrico:

 “Gli alti costi d’acquisto iniziali, pur con gli incentivi, e una percezione ancora limitata dei benefici a lungo termine della mobilità elettrica, che invece andrebbero spiegati all’opinione pubblica con specifiche campagne di informazione, hanno rallentato le immatricolazioni - commenta Vittorio Chiesa, direttore di Energy&Strategy -. A questo si aggiunga una politica di sostegni economici discontinua, che ha contribuito a rendere incerto lo sviluppo del mercato. Per colmare il gap con gli altri Paesi europei e raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione previsti per il 2030, l'Italia dovrà immatricolare in media più di 800.000 veicoli elettrici all’anno, un numero ben superiore ai livelli attuali”.

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