Come funziona la patente digitale e perché non tutti possono averla subito
5 nov 2024 | 2 min di lettura
Non è ancora arrivato il tempo in cui è possibile viaggiare senza documenti cartacei, ma la strada è tracciata da tempo. Come già per le polizze Rc Auto – che non è più necessario portare fisicamente a bordo – la "dematerializzazione" procede. La novità di queste settimane è la patente digitale, disponibile per i primi automobilisti dal 23 ottobre.
A cosa serve
La patente digitale potrà essere portata nel proprio smartphone. O, più precisamente (perché non è scaricata sul dispositivo), potrà essere utilizzata via telefono, sull’app IO. Può sostituire le funzioni di quella fisica, ma il passaggio non è e non sarà obbligatorio.
La patente digitale potrà essere utilizzata solo in Italia, in caso di controlli delle forze dell’ordine. Se dovesse scattare il ritiro, occorrerà (come sempre) consegnare la tessera, mentre la sua versione su app verrà disattivata appena l’infrazione verrà registrata sulla banca dati.
Come caricare la patente
Cosa fare per avere la patente digitale? La prima cosa da fare, anche per chi ha già scaricato l’app IO, è aggiornare l’applicazione. Accesso o, per chi non l’avesse già fatta, registrazione avvengono tramite Spid o Cie. Nella sezione “Portafoglio” sarà presente un box. Se recita “Novità: documenti su Io” e il tasto “Inizia”, allora sarà possibile caricare la propria patente.
Non è detto che succeda. In questo caso il box reciterà “Novità in arrivo: i tuoi documenti su Io”. Niente paura: non è una questione legata a errori di registrazione o di carenza di requisiti dello smartphone. Semplicemente, la patente digitale verrà rilasciata in modo graduale, secondo criteri di scelta che non sono stati resi noti ma che dovrebbero rappresentare un campione della popolazione.
Il 23 ottobre la novità è stata aperta a 50.000 persone. Dal 6 novembre a 250.000, dal 30 novembre a un milione e dal 4 dicembre a tutti gli utenti dell’app IO. Se per il momento non si è abilitati, quindi, basterà aspettare – nel peggiore dei casi - l’inizio del prossimo mese.