L'auto europea è in crisi
4 set 2024 | 3 min di lettura
Il comparto automobilistico europeo è, ancora una volta, in sofferenza. La produzione è risultata in calo del 22% rispetto al 2019 evidenziando una crisi profonda soprattutto perché a colpire l'automotive è soprattutto la contrazione del mercato delle auto elettriche. Una crisi che, se non incide su tariffe come l'RC auto, incide sulla produzione tanto che un gigante come Volkswagen valuta, per la prima volta nella sua storia, l'ipotesi di chiudere alcuni stabilimenti in Germania e sospendere la “garanzia del lavoro” per circa 110mila dipendenti.
Immatricolazioni Italia e Europa
Nel mese di agosto, il mercato italiano delle auto ha registrato una contrazione “significativa”: 69.121 nuove immatricolazioni determinano un calo del 13,4% rispetto ad agosto 2023. Ancora peggio il dato se confrontato col periodo pre-crisi: in confronto al 2019, infatti, il crollo di agosto si attesta al -22,5%. Il risultato di agosto segna un'inversione di tendenza rispetto alla crescita dei mesi precedenti: crescita, sia chiaro, portata dagli incentivi governativi che sembrano aver già esaurito il loro effetto.
Nuove immatricolazioni e mercato dell'usato
I numeri europei di luglio mostrano un “modesto aumento” (+0,2%) delle immatricolazioni auto: risultati contrastanti nei quattro principali mercati della regione con Italia (+4,7%) e Spagna (+3,4%) che registrano guadagni moderati, mentre perdono terreno i mercati francese (-2,3%) e tedesco (2,1%).
Tiene il passo il mercato delle usate; Il settore mantiene buoni livelli di salute, a conferma delle difficoltà nel settore del nuov0: secondo l’82% dei concessionari intervistati dal Centro Studi Promotor, il mercato delle usate rimarrà stabile o aumenterà nei prossimi mesi.
Svanisce l'effetto incentivi
Come dicevamo, svanisce come neve al sole l'effetto positivo degli incentivi, che aveva portato le immatricolazioni a +15% a giugno e a +4,7% a luglio. Nemmeno il bilancio dei primi otto mesi dell'anno riesce a colmare il divario con i livelli pre-crisi: da gennaio ad agosto 2024 si registra un aumento delle immatricolazioni del 3,8% rispetto allo stesso periodo del 2023 ma il crollo rispetto allo stesso periodo del 2019 è pari al -18,5%. Secondo gli esperti, questi numeri perlopiù negativi evidenziano una “crisi strutturale del mercato”, con livelli di immatricolazioni insufficienti a garantire il ricambio delle auto più vecchie e l'aumento conseguente dell'età media del parco circolante.
Dopo un picco all'8,3% grazie agli incentivi di giugno, i veicoli elettrici tornano indietro e il loro gradimento, ossia le immatricolazioni, scendono del 3,7% in agosto, ben lontani dagli standard europei.
Il crollo dei grandi marchi
Stellantis sta affrontando difficoltà serie, sia in Europa che in Italia: il gruppo ha fatto peggio di tutto il mercato europeo con vendite crollate del 24,3%. Ad agosto, in Francia, il marchio ha immatricolato il 31,7% di auto in meno, con 22.600 veicoli immatricolati. La quota di mercato di Stellantis è così scesa al 26,3%, il 2,9% in meno rispetto all’anno precedente. In Italia sono state immatricolate 17.132, il 32,4% in meno rispetto allo stesso mese del 2023: la quota di mercato è scesa dal 31,8% al 24,8%. In otto mesi, da gennaio ad agosto 2024, il gruppo ha immatricolato 335.883 vetture, il 2,1% in meno sull'analogo periodo dell'anno scorso, con la quota in calo al 31% contro il 32,9%.
Rallentamento della domanda di veicoli elettrici e nervosismo dei consumatori europei, stanno pesando parecchio su produttori, anche storici e “massicci” come Volkswagen. La casa tedesca, non a caso, ha annunciato una decisione che ha sconvolto gli investitori: la chiusura di stabilimenti in Germania, nel tentativo di ottenere tagli più profondi ai costi. Una decisione considerata senza precedenti in Germania, rappresentando di fatto la prima chiusura nel Paese durante gli 87 anni di storia dell'azienda. "Il contesto economico è diventato ancora più difficile e nuovi attori stanno investendo in Europa - spiega l'amministratore delegato di Volkswagen, Oliver Blume - La Germania, come sede aziendale, sta perdendo terreno in termini di competitività", ha aggiunto Blume. Di conseguenza, l'azienda "deve ora agire con decisione".