Ibride, primo sorpasso alle auto a benzina
6 nov 2024 | 2 min di lettura
Il mercato europeo dell’auto continua a soffrire. E a cambiare. A settembre, le immatricolazioni delle vetture in Europa sono diminuite del 6,1% rispetto allo stesso periodo del 2023. Al di là delle difficoltà, i dati diffusi dall’Acea (l’Associazione dei produttori automobilistici europei) evidenziano un sorpasso storico: per la prima volta, sono state vendute più vetture ibride che a benzina. È il risultato di due andamenti contrapposti.
Il sorpasso
Le immatricolazioni di auto ibride (con parziale alimentazione elettrica) a settembre sono aumentate del 12,5%. La quota di mercato è così salita al 32,8%. Un anno fa era al 27,4%. Vuol dire, in sostanza, che è stata ibrida un’immatricolazione su tre.
Le vendite a benzina sono invece diminuite. Per non dire che sono crollate. Il calo è stato infatti del 17,9%, con tutti e quattro i mercati chiave che hanno registrato rossi a due cifre: Francia -31,9%, Italia -23,3%, Germania -15,2% e Spagna -10,7%. La quota di mercato delle vetture a benzina è così scesa al di sotto di quella delle ibride, al 29,8%.
Ancora più pesante è stato il calo delle immatricolazioni diesel (-23,5%), per una quota di mercato che ormai vale appena il 10,4%.
La tendenza dell’elettrico
Facendo un rapido calcolo, la somma delle quote di mercato di benzina e diesel è stata del 40,2%. Molto al di sotto rispetto alla combinazione di ibride ed elettriche, arrivate al 50,1%. A settembre, quindi, è stata parzialmente o totalmente elettrica una vettura immatricolata su due.
La spinta, però, è arrivata soprattutto dalle ibride. Le elettriche – nonostante incentivi corposi e vantaggi anche in termini di circolazione e assicurazione - hanno infatti inviato segnali contrastanti. A settembre le vendite delle auto a più basse emissioni sono aumentate del 9,8% rispetto allo stesso mese del 2023, facendo lievitare la quota di mercato al 17,3%. Se però si guarda ai primi nove mesi dell’anno, si osserva una diminuzione dei volumi (-5,8%) e della quota di mercato (dal 14% al 13,1%).