Allarme smog nelle città: serve un cambio di passo
13 gen 2020 | 2 min di lettura | Pubblicato da Christian T.
Sotto accusa anche gli impianti di riscaldamento delle abitazioni
È una guerra silenziosa, un disastro che ci colpisce da vicino, ma di cui non ci accorgiamo. È l'inquinamento che, stando a quanto denuncia già da tempo il ministro dell'Ambiente Sergio Costa, “fa 80 mila morti ogni anno”.
In effetti il 2020 è iniziato nel peggiore dei modi sul fronte delle polveri sottili che appaiono fuori controllo in diverse città, soprattutto al Centro e al Nord. In piena emergenza Roma, Torino, Milano, Venezia, Bologna (e in generale tutta l’Emilia-Romagna), Firenze, ma anche Napoli al Sud non fa eccezione e questo solo per citare i centri maggiori. A farne le spese in prima battuta sono gli automobilisti visto che la prima misura che viene presa dalle amministrazioni cittadine è quella dei blocchi del traffico, soprattutto per le auto a diesel di vecchia generazione. A Roma la sindaca Virginia Raggi è stata persino più radicale bloccando la circolazione anche alle auto più moderne, le Euro6. Attenzione però, sotto accusa non c'è solo la circolazione stradale; l'altra voce principale a cui va imputato l'alto livello di inquinamento è il riscaldamento delle abitazioni.
È opinione comune che sia necessario intervenire su un ammodernamento degli impianti di riscaldamento, visto che la misura di limitare le temperature ammesse non sta portando grandi risultati. È un ambito in cui è difficile intervenire perché si scontra con la reticenza dei condomini dove è difficile mettere d'accordo tutti sugli investimenti e si finisce per non fare nulla. Senza contare che occorrerebbero finanziamenti da parte delle istituzioni in un periodo dove si sa le finanze pubbliche, tanto dello Stato quanto dei Comuni, sono in grave dissesto.
Tornando al traffico il disagio resta perché tante persone si ritrovano bloccati dalle misure di emergenza, con il risultato che ogni inverno si ripropone la stessa pantomima: rilievi fuori dai parametri delle centraline, sforamenti continui, blocco del traffico e attesa spasmodica di pioggia e vento nella speranza che liberino l'aria. Nessuna misura duratura e si ricomincia l'inverno successivo.
Intanto però si continua a soffrire. A farne le spese sono sempre le categorie più deboli come i bambini che crescono immersi in una nuvola di fumo. L'Unione europea ha annunciato un piano straordinario da mille miliardi per rendere l'Europa il primo continente a emissioni zero entro il 2050; a guardare questi proclami attraverso la patina di inquinamento delle nostre città, il traguardo sembra decisamente lontano.
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