Assicurare la reputazione online
16 mag 2014 | 3 min di lettura | Pubblicato da Christian T.
Assicurare il diritto all'oblio
Una vecchia foto compromettente che compare sul web nei risultati di ricerca o la pubblicizzazione dei dati sensibili come i numeri di telefono presenti nella propria rubrica telefonica o delle email.
I rischi di internet e dei social network crescono con l’avanzare dell’uso della tecnologia nel quotidiano e, non essendo possibile gestire in totale sicurezza la mole dei dati condivisi, qualcuno ha pensato di realizzare delle polizze a tutela della reputazione.
Più siamo digitali più aumenta il rischio
Nel 2010 Facebook ha permesso che dei siti partner in affari potessero sfruttare le informazioni personali pubblicate dagli utenti per personalizzare le loro offerte di marketing. Nello stesso anno Julian Assange è salito alla ribalta delle cronache di tutto il mondo per aver reso pubblici tramite il suo sito WikiLeaks centinaia di migliaia di documenti più o meno riservati. Secondo un’indagine di una compagnia italiana il 13,3% degli italiani sostiene d’aver subito una violazione del proprio account di posta elettronica, profilo Facebook, Twitter o altro social network, il 70% si sente esposto a questa minaccia e complessivamente, secondo il sondaggio, il 22,3% degli italiani sostiene di essere stato vittima di un reato su internet. Le maggiori paure: il furto dei dati finanziari per fare acquisti on-line (44%) o che utilizzi questi dati personali per compiere frodi (38%).
Un quadro che fa riflettere.
Oblio vs. una polizza
Le soluzioni proposte nel dibattito generale riguardano in particolare la facoltà di cancellare i dati pubblicati o utilizzati impropriamente su internet. Il cosiddetto “diritto all’oblio”, cioè a essere dimenticati, spesso di difficile applicazione e verifica. Cioè tutti gli utenti dovrebbero avere la possibilità di cancellare qualsiasi informazione carichino online. Espandendo il concetto: permettere agli utenti di eliminare le tracce di sé da qualsiasi sito o dai motori di ricerca. Questo, tuttavia, potrebbe limitare la diffusione di informazioni esposte inavvertitamente, ma ridurne la quantità non aiuterebbe quegli utenti la cui reputazione è danneggiata anche da una sola pubblicazione o magari a causa di hacker.
C’è chi allora ha pensato a un’assicurazione sulla reputazione: se Facebook non elimina una foto che avevamo chiesto di cancellare anni fa o se Google diffonde accidentalmente la rubrica causando un danno, dimostrabile e quindi risarcibile, perché non pensare a una polizza? Una volta ottenuto l’indennizzo decidere se utilizzarlo per migliorare la propria reputazione online, avvalendoci di una consulenza informatica specializzata. In pratica, per riabilitarsi.
Il principale vantaggio sarebbe quello di rendere le aziende che gestiscono i dati più attente alle istanze degli utenti, una sorta di monito. Ovviamente le negligenze o il dolo resterebbero sottoposti a sanzioni e denunce penali. Alcuni pertanto si spingono oltre ipotizzando una polizza web obbligatoria per tutti, perché anche chi non usa internet potrebbe essere online ed essere potenzialmente danneggiato dalle informazioni che lo riguardano. Un po’ come quando qualcuno pubblica una foto riguardante altre persone.
Aziende ok, ma agli utenti chi ci pensa?
La reputazione per un’azienda è determinante per il successo. L’identità e la fiducia di cui gode un’impresa nei confronti dei consumatori sono sempre più a rischio nel flusso continuo di informazioni del mondo di oggi.
Alcune compagnie di assicurazione, tra cui colossi come AIG (American International Group), offrono delle assicurazioni sulla reputazione, ma solo alle aziende già loro clienti e sono molto care. Altra difficoltà, anche in base al regime giuridico del Paese, è quella di misurare o anche definire un danno alla propria reputazione online (già è difficile farlo in caso di diffamazione a mezzo stampa…).
Per quanto riguarda gli individui, la compagnia francese Axa e la Swiss life hanno lanciato un prodotto dedicato alla e-reputation, in caso di calunnia, diffamazione, pubblicazione di dettagli intimi e privati in internet, oppure di furto d’identità, uso fraudolento di mezzi di pagamento, contrasti in occasione di acquisti on line. Le compagnie mettono a disposizione assistenza giuridica, accompagnamento psicologico, assistenza nel recupero della reputazione, pulizia dei dati diffamatori in internet.
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