Auto elettriche, il ministro dell’ambiente apre ai biocarburanti
13 mar 2023 | 2 min di lettura | Pubblicato da Christian T.
Servono alternative all'elettrico
Non solo elettrico. Il futuro della mobilità deve avere altre alternative come i biocarburanti o l’idrogeno. È questa in sostanza l’opinione espressa dal ministro per l’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin al Forum Automotive 2023, evento tenutosi a Milano sul tema della mobilità. Seppure l’Unione Europea abbia di fatto consacrato l’elettrico, ci sono altre aree che vale la pena approfondire.
Il futuro a emissioni zero
Le strade d’Europa sono trafficate, sporche e inquinate, non è dunque strano che le istituzioni si concentrino sul rinnovamento del parco auto. Per alcuni le misure adottate sono troppo ambiziose: in particolare la norma che definisce la nuova classe Euro 7 (di cui abbiamo parlato qui) e il divieto di vendita di auto ad alimentazione tradizionale a partire dal 2035, che rischia di mettere in difficoltà il settore.
È proprio su quest’ultima misura che il ministro dell’Ambiente è intervenuto: “Siamo convinti - spiega - che l’autostrada per il futuro della mobilità sia l’elettrico, ma diciamo no al 2035 come data fissa per lo stop a tutti i motori termici, senza alternative. Un’alternativa allo stop è considerare anche l’utilizzo di biocarburanti, e-Fuel e anche dell’idrogeno a quella data”.
Insomma l’obbiettivo resta avere delle strade a emissioni zero, il come ci si arriva è tutto da stabilire. Avere delle strade più pulite e una qualità dell’aria migliore è fuori discussione, soprattutto per le città che sono caratterizzate da una presenza altissima di polveri sottili, soprattutto in Italia: nei centri urbani del Nord i livelli vengono costantemente superati.
Le alternative all’elettrico
Quando viene stabilito un paradigma è difficile uscirne. Oggi la scelta è caduta sull’elettrico e gli investimenti si stanno concentrando in quell’ambito. È pur vero che alcuni Paesi in Europa possono vantare un know-how già avanzato su altri fronti come quello dei biocarburanti, in particolare Italia e Germania. Anche l’idrogeno potrebbe fare la sua parte.
La combinazione di queste tecnologie tutte a basso impatto ambientale è ciò che si auspica Pichetto Fratin. Resta il problema delle infrastrutture e dell’installazione della tecnologia sulle auto. La scelta del paradigma serve esattamente a questo, ovvero poter dare una direzione verso cui tutti possono muoversi: le case automobilistiche possono concentrare gli investimenti verso le auto a batterie, mentre privati e pubblico si dedicano all’installazione di colonnine di ricarica. Lasciare aperte le altre strade rischia di dividere in troppi rivoli le risorse con risultati meno impattanti.
Per quanto siano in molti ad auspicare una marcia indietro su questa stretta voluta dall’Ue per la vendita di auto ad alimentazione tradizionale, difficilmente ci saranno grosse sorprese. Un allungamento dei termini potrebbe esserci, ma la strada è ormai tracciata.
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