Beffa bonus biciclette: i fondi non bastano
7 set 2020 | 2 min di lettura | Pubblicato da Christian T.
Promesse, però, nuove risorse per il 2021
La buona notizia è che il bonus biciclette è finalmente al via, la cattiva è che i soldi non basteranno per tutti. Studiato e lanciato dal governo alla fine del lockdown per stimolare l'uso delle due ruote sia in chiave ecologica che anticontagio, promette il rimborso del 60% sulla spesa sostenuta per acquistare una nuova bici fino a un massimo di 500 euro e aveva visto un'entusiastica risposta da parte degli italiani. È stato calcolato infatti che nel solo mese di maggio siano state vendute 540mila biciclette (dati Confindustria Ancma Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori), una vera corsa all'acquisto che ha fatto brindare al successo tanto le istituzioni quanto i cittadini.
I nodi arrivano oggi al pettine, dopo la pubblicazione in gazzetta ufficiale con l'esplicitazione delle risorse a disposizione: 210 milioni di euro. Tanti, ma insufficienti a coprire la domanda. Il governo, per il tramite del ministro dell'Ambiente Sergio Costa, si è affrettato a mettere una pezza, promettendo nuovi fondi nel 2021 che saranno definiti nella Legge di Bilancio.
Una delle proteste che si eleva da più parti riguarda i tempi. Sono in molti a chiedersi come mai gli incentivi auto sono stati approntati e messi a disposizione in poco tempo, mentre per le bici si è dovuto attendere sia per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale che per la reale disponibilità dei rimborsi che non potranno essere chiesti prima di novembre. Il meccanismo prevede che venga lanciato un sito dove, muniti di identità digitale tramite Spid e del documento fiscale che attesti l'acquisto, si potrà chiedere l'accesso al bonus. E questo senza neanche considerare tutta la platea di cittadini che ne resterà esclusa e che dovrà aspettare almeno fino a marzo del nuovo anno.
Per un governo che ha più volte dichiarato di voler sposare la linea green seguendo le forti pressioni dell'Unione Europea, questo tipo di approccio non è coerente e contribuisce ad alimentare il pregiudizio sulla mobilità alternativa. Se vogliamo spingere i cittadini verso comportamenti più virtuosi quando si parla di spostamenti, è necessario che le istituzioni in primis mostrino un impegno serio e concreto verso il cambiamento.
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