Carburanti: il 2023 inizia con forti aumenti
2 gen 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Christian T.
Il 2023 inizia in salita per gli automobilisti, non solo per le polizze Rc auto, ma anche per gli aumenti dei carburanti che arrivano alla soglia o superano i due euro al litro. I motivi sono molteplici e ciò che fa indignare è che il prezzo del petrolio sia in calo, tanto da spingere la procura di Roma ad aprire un'inchiesta per indagare su un possibile fenomeno speculativo. La situazione è critica e rischia di aggravare i dati sull’inflazione tanto che da più parti si chiede un intervento del governo.
I dati
I prezzi di benzina e diesel sono aumentati nel giro di un secondo. Letteralmente. Allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre, sono terminati gli aiuti statali relativi al taglio delle accise, facendo scattare un balzello importante sui prezzi alla pompa.
In media gli aumenti sono stati di 18,3 centesimi per benzina e diesel (di cui 3,3 come componente Iva) e di 6,1 centesimi per il Gpl (5 centesimi di accisa più l’Iva). La situazione è particolarmente preoccupante in autostrada dove si arriva a toccare i 2,392 euro al litro per la benzina e i 2,5 euro al litro per il diesel. Anche sulle isole i rincari si fanno sentire, soprattutto per la difficoltà di approvvigionamento.
Fino al 31 dicembre il taglio alle accise aveva fatto da ombrello ai prezzi del carburante. La misura era stata inaugurata dal governo Draghi l’anno scorso e rinnovata diverse volte. Anche il governo Meloni aveva prorogato il taglio, ma appunto solo fino al 31 dicembre. Allo scoccare della mezzanotte dunque è tornato il prezzo di mercato.
Il rischio speculazioni
Secondo alcune associazioni di consumatori l’aumento dei prezzi è irragionevole, soprattutto alla luce del prezzo del petrolio che è ora in discesa rispetto ai mesi scorsi, si teme dunque che sia in atto una speculazione da parte dei distributori.
Per provare a far luce il Codacons ha presentato esposti in 104 procure. Il rischio è così concreto che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha già dato mandato, lo scorso dicembre, alla Guardia di Finanza di monitorare la situazione. Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha aggiunto: “Sicuramente c’è della speculazione in corso sulla benzina, ed è bene che la Finanza faccia dei controlli. Non ci possono essere distributori che vendono la benzina a 1,70 e altri a 2,40. Evidentemente c’è qualcuno che fa il furbo”. La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per indagare sui rincari volta a verificare le ragioni di tale aumento ed individuare eventuali responsabilità.
L’inflazione vola
Il problema degli aumenti del carburante non impatta solo in maniera diretta sulle tasche degli automobilisti nel momento in cui si fa il pieno, ma anche indirettamente sui prezzi delle merci, soprattutto gli alimentari. È naturale che ogni azienda che vede aumentare i costi di trasporto delle merci rivedrà i propri listini. Questo rischia di aumentare ulteriormente la spirale di rialzo dei prezzi che ha già galoppato nella seconda parte del 2022.
Per cercare di frenare l’inflazione, in molti sperano nell’intervento del governo che potrebbe rimettere in piedi la misura del taglio alle accise che aveva calmierato i prezzi alla pompa in questi mesi. Finora dal governo non sono arrivate indicazioni, ma bisogna intervenire prima che sia troppo tardi.
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