Coronavirus, cosa cambierà nel mondo dell'auto
20 apr 2020 | 3 min di lettura | Pubblicato da Christian T.
Calo vertiginoso per le immatricolazioni
Nelle grandi città di tutta Italia (e non solo) si sentono gli uccellini cantare tutto il giorno e siamo tornati a vedere il colore del cielo che la costante cappa di smog ci ha tenuto nascosto ormai da tempo. Uno degli effetti delle – pesantissime – misure di contenimento che sono state introdotte per combattere la pandemia di Coronavirus è stato il drastico ridimensionamento del traffico e del relativo inquinamento. Tra le tante visioni su come cambierà il futuro suggestiona il sogno di puntare a ritrovare questi bassi livelli di inquinamento anche quando tutto sarà ripartito: impossibile si dirà, ma ciò che conta è che tutti abbiamo potuto sperimentare il nostro mondo con l'aria pulita e si spera possa restare almeno il progetto di non dovervi rinunciare sull'altare della ripresa economica e di inserirlo come uno dei principali obbiettivi del domani.
La strada che prima dell'infezione si stava (lentamente, molto lentamente) seguendo era quella dell'elettrico. Le agevolazioni statali e i bonus privilegiavano la mobilità alternativa e gli investimenti delle case automobilistiche raccontavano un fermento che negli anni precedenti era decisamente più blando.
Gli effetti del virus finora si sono limitati a far drasticamente crollare il mercato dell'auto. Secondo i dati dell'associazione continentale dei produttori, l'Acea, in marzo in Europa Occidentale (UE+Efta+UK) le immatricolazioni sono state 853.077 contro 1.771.030 del marzo 2019. Il calo in valore assoluto è stato di 917.953 autovetture, per una contrazione percentuale del 51,8%. Un disastroso risultato che si è inserito in un mercato auto che già nei primi due mesi dell’anno era fiacco, ma aveva comunque contenuto le perdite nel 7,2%. Il risultato peggiore si è registrato in Italia, che è stato però il primo Paese a dichiarare l’emergenza, dove il calo in marzo è stato dell’85,4%
Anche il mercato globale delle auto elettriche si prevede sarà destinato a un calo vertiginoso. Secondo l'agenzia di analisi Wood Mackenzie nei prossimi mesi potrebbe scendere dalle 2,2 milioni di unità vendute nel 2019 alle 1,3 nel 2020 con un calo del 43%. Secondo questa analisi non si tratterà soltanto di un problema strutturale o economico, ma anche psicologico: l'incertezza sul futuro si rifletterà in una scelta più tradizionale e rassicurante da parte del compratore, molti rimanderanno il “grande salto” verso l'alimentazione alternativa. In più il prezzo del petrolio è ai minimi storici rendendo più conveniente la benzina.
Molte case produttrici escludono al momento cambi di rotta, assicurando che gli investimenti e la transizione verso le batterie è un processo che caratterizza un piano pluriennale e due mesi di stop non possono arrestarlo.
Insomma, le aziende ci sperano ancora, così come i governi che devono fare i conti con i livelli di inquinamento delle città e ci sperano anche i cittadini che durante il lockdown hanno potuto apprezzare una qualità dell'aria mai vista. Peccato potersela godere solo nei brevi tratti verso il supermercato o al massimo negli angusti balconi, sarebbe il caso di esigerla anche per il futuro.
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