Il governo proroga il taglio dei prezzi benzina, ma non basta
22 giu 2022 | 2 min di lettura | Pubblicato da Christian T.
L’obiettivo è calmierare i prezzi dei carburanti che, tra inflazione e guerra, sono cresciuti – e tanto – nell’ultimo periodo. Per questo il governo proroga la misura di emergenza inizialmente prevista fino all’8 luglio. Ad analizzare la situazione però non solo la misura risulta insufficiente visto che i prezzi sono già oltre i due euro al litro, ma si addensano le nubi per il prossimo futuro: che succederà quando non si riuscirà più a rinnovare il taglio?
La misura per il taglio dei prezzi alla pompa
Firmato dal ministro dell'Economia e delle Finanze, Daniele Franco, e dal ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, il decreto interministeriale che prevede il taglio di 30 centesimi al litro sul prezzo della benzina, viene prorogato fino al 2 agosto. Inizialmente partito come un intervento emergenziale e poi allungato da altri provvedimenti fino all’8 luglio, ora la sua durata è ulteriormente estesa grazie all’extragettito Iva, ma non è automatico un ulteriore rinnovo.
Il vero problema è che i prezzi del carburante continuano a crescere nonostante la misura; il che vuol dire che senza l’intervento governativo arriverebbe facilmente a 2,5 euro al litro anche in città.
Le proteste delle associazioni dei consumatori
"Sconto insufficiente e inadeguato a quella che oramai è un'emergenza nazionale", scrive Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. Gli fa eco Carlo Rienzi, presidente del Codacons, secondo cui la misura è “del tutto insufficiente perché non risolve l’emergenza prezzi in Italia e non affronta in modo adeguato il problema".
Per il presidente Carlo Rienzi "una famiglia spende oggi 552 euro in più all’anno per i rifornimenti di benzina, e addirittura +664 euro annui per quelli di gasolio”.
Aumentare lo sconto è difficile perché anche solo portarlo dai 30 ai 35 centesimi vorrebbe dire un esborso per le casse dello Stato di 1,2 miliardi di euro.
Guerra e inflazione
Il problema si dovrebbe risolvere alla base: finché la guerra in Ucraina continuerà, rimarrà alta tensione sui prezzi delle materie prime energetiche. Questo fattore, come l’aumento dei prezzi di tutte le altre materie prime sta portando a un’inflazione crescente che le misure delle Banche Centrali non riescono a tenere a bada.
Il problema è di difficile soluzione e soprattutto non può essere affrontato da un Paese come l’Italia. Nella speranza che presto la situazione internazionale torni alla stabilità non resta che prepararci a mesi difficili e a ridurre le nostre spese, cercando di risparmiare su altri voci come quella dell'assicurazione auto.
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