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Incentivi auto 2023: flop per le elettriche

30 gen 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Christian T.

incentivi auto 2023 flop per le elettriche

A ruba i fondi per le auto tradizionali

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L’ecobonus non decolla. Gli incentivi per il cambio dell’auto previsti dal governo con una struttura che punta a favorire la transizione elettrica non funzionano con il risultato che restano fermi milioni di euro a disposizione per auto ad alimentazione alternativa, mentre sono esauriti quelli per le auto ad alimentazione tradizionale.

I dati nel dettaglio

Anche nel 2023 a meno di un mese dalla partenza degli incentivi relativi a quest’anno, la situazione è già chiara e rispecchia quella dell’anno scorso. Come abbiamo già sottolineato in questo approfondimento la situazione è strana per usare un eufemismo.

Guardando ai dati del 2 febbraio direttamente dalla piattaforma dell’Ecobonus nella parte riguardante i privati, solo il 3,03% dei fondi per le auto elettriche risultano prenotati e appena l’1,66% per le ibride plug-in. Dall’altro lato i bonus destinati alle auto ad alimentazione tradizionale (comprese full e mild ibrid) sono andati a ruba: esauriti già per l’85,19%.

La prospettiva per l’anno in corso è chiara: a breve finiranno gli incentivi per le auto ICE mentre resteranno sul terreno quelli per le elettriche, com’era avvenuto nel 2022 quando il 44% di questi ultimi era rimasto inutilizzato.

Lo schema previsto dal governo Draghi e confermato dall’esecutivo Meloni è di destinare un miliardo di euro ogni anno al bonus auto con o senza rottamazione, soldi suddivisi in comparti che procedono in maniera indipendente, senza la possibilità di compensazioni.

Una parte di questi fondi sono destinati in via esclusiva alle aziende di car sharing e di noleggio. Su questo fronte l’appeal delle elettriche è leggermente più alto: degli stanziamenti sono stati prenotati il 9,85% di quelli per le auto elettriche e il 27,97% di quelli per le plug-in. Insomma non un successo clamoroso ma comunque meglio del fronte privati.

La polemica continua

Il tema è controverso. Da una parte le istituzioni hanno necessità di spingere sulla transizione: l’Unione Europea ha indicato il 2035 come data in cui non sarà più possibile vendere nuovi veicoli ad alimentazione tradizionale (solo nuove immatricolazioni, quelli già presenti potranno continuare a circolare); dall’altra parte in un periodo di difficoltà dell’economia come quello che stiamo attraversando, quei fondi già stanziati e rimasti sul piatto rappresentano uno spreco inaccettabile, visto che potrebbero contribuire a sostenere un settore che tanto ha patito con la pandemia.

Come uscire dall’impasse non è facile capirlo, gli italiani sono ancora diffidenti per quanto riguarda le elettriche viste le carenze infrastrutturali ancora forti. I veicoli elettrici in Europa sono ancora pochissimi (lo 0,76% del totale) in Italia è ancora peggio: lo 0,3% del totale (fonte Il Sole 24 Ore su dati Eurostat). Certo le quote di mercato stanno crescendo ma non sembrano crescere abbastanza da raggiungere il traguardo del 2035.

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