Inflazione, rate dei mutui variabili fino a +60%
17 lug 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Christian T.
È una delle tante ripercussioni dell'inflazione
L’ondata di inflazione che sta caratterizzando questo periodo ha avuto effetti sul potere d’acquisto delle famiglie su tutti i tipi di acquisti, ma tra gli effetti indiretti più significativi c’è l’aumento del costo dei mutui. Indiretto perché deriva dall’aumento dei tassi di interesse decisi della Banca Centrale Europea su cui vengono calcolati i tassi dei mutui. Se ovviamente questi interessano tutti i nuovi mutui stipulati, ha anche un effetto su chi ha il scelto il tasso variabile.
Rate cresciute fino al 60%
Secondo le analisi di Facile.itsui mutui a tasso variabile negli ultimi 18 mesi, emerge che in medial’importo erogato è pari a poco più di 142.000 euro per l’acquisto di un immobile del valore medio di 192.000 euro. Chi ha presentato domanda di finanziamento aveva, all’atto della richiesta, poco più di 35 annie ha siglato un piano di ammortamento pari a 26 anni e mezzo.
Chi si trova in questa situazione o anche chi ha stipulato il mutuo a tasso variabile anni fa, ha visto crescere la rata fino al 60%: da 514 euro di media fino a 816 euro, un aumento incisivo per un bilancio familiare.
Il problema è che anche provare a rinegoziare il mutuo con un tasso fisso oggi è poco conveniente perché le banche applicano gli indici odierni piuttosto alti.
Una visione di lungo periodo
Correre a rinegoziare il mutuo può quindi essere molto caro oggi, è importante avere una visione di lungo periodo e considerare che chi ha un tasso variabile, negli anni scorsi ha risparmiato una cifra importante perché ha potuto godere di tassi di interesse addirittura negativi. I più penalizzati sono i mutuatari che hanno stipulato un variabile nell’ultimo anno e mezzo e che non hanno potuto godere dei benefici di una rata più bassa abbastanza a lungo. A prescindere dai calcoli di lungo periodo molte famiglie oggi si trovano in difficoltà a sostenere gli aumenti anche perché accompagnati da rialzi dei prezzi di tutte le merci.
Le prospettive sui tassi
Secondo il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, entro la fine dell’anno la Bce potrebbe cambiare orientamento e interrompere la serie di rialzi. “Una volta raggiunto un livello corretto (dei tassi d'interesse) bisognerà mantenere quel livello per un po' di tempo. Non credo siamo molto lontani da dove occorrerà mantenerlo'' ha spiegato.
Bisogna dunque cercare di resistere in questo periodo, sperando che presto la situazione si stabilizzi. Anche sul fronte dell’inflazione cominciano ad arrivare segnali positivi: l’ultima rilevazione negli Stati Uniti è stata molto bassa con un aumento mensile del 3%, dato che non si vedeva da tempo. L’Europa è sempre un po’ in ritardo rispetto all’altra sponda dell’Atlantico, ma nel giro di pochi mesi potremmo vedere un raffreddamento dei rialzi anche qui da noi.
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