L'Ivass chiede più chiarezza alle compagnie assicurative
12 ott 2016 | 2 min di lettura | Pubblicato da Christian T.
Ivass e compagnie
Parola d'ordine: semplicità. O meglio semplificazione. Su questo tema si è concentrata l'Ivass, l'Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni che ha messo al vaglio tutti i reclami ricevuti tramite il proprio call center, individuando nella complessità delle polizze uno dei punti dolenti dei contratti assicurativi. Ci sono “una serie di aree su cui intervenire per far rimuovere alle imprese di assicurazione quelle “zone grigie” del contratto che possono fuorviare il consumatore e creare motivi di conflitto in caso di sinistro” si legge nel comunicato stampa.
Insomma una tirata d'orecchi che però ha tutte le carte in regola per diventare una critica costruttiva grazie ad “un approccio basato sul confronto con i diversi attori coinvolti nel processo con l’obiettivo di migliorare le relazioni tra imprese, intermediari e consumatori. Essenziale sarà il contributo dei diversi stakeholder – spiega l'Istituto – per arrivare all'elaborazione di contenuti contrattuali caratterizzati da un numero limitato di clausole semplici, chiare e univoche. La modernizzazione del mercato assicurativo passa anche attraverso la sua semplificazione. Il risultato sarà una maggiore consapevolezza del consumatore sul contenuto della polizza che ha acquistato e sulle effettive coperture di cui potrà beneficiare, con una sensibile riduzione del contenzioso, con positivi riflessi in termini di crescita del mercato assicurativo”.
Tra gli ambiti di intervento sui quali invita le compagnie a porre rimedio, l'Ivass individua tanto il linguaggio (“Scara chiarezza terminologica”, “Utilizzo di espressioni ambigue o eccessivamente tecniche”) che i contenuti (“Garanzie accompagnate da esclusioni che limitano troppo la copertura” o “Periodi di carenza – periodo iniziale in cui la garanzia non opera – non calibrati su natura e durata del contratto”).
Permangono anche alcune distinzioni inutili e fuorvianti come quella tra condizioni “generali” e “speciali” che può generare confusione e conflittualità in caso di sinistro.
L’Istituto ha inoltre annunciato l’avvio di una indagine sulle polizze vita “dormienti”, ossia quelle polizze per cui i beneficiari non hanno richiesto, al decesso dei loro cari, alcuna liquidazione e le cui somme giacciono presso le imprese di assicurazione in attesa della prescrizione. È importante che le somme risparmiate debbano andare ai legittimi beneficiari rispettando la volontà di chi ha compiuto un atto previdenziale a tutela dei propri cari. In questo contesto la nuova indagine intende innanzitutto fotografare la dimensione del fenomeno in termini di numero di polizze e capitali “dormienti” e acquisire informazioni sui processi posti in essere dalle imprese per verificare i decessi dei propri assicurati, identificare e rintracciare i beneficiari. L’obiettivo finale è quello di individuare possibili correttivi e formulare proposte, anche legislative, per rendere il sistema di ricerca dei beneficiari più efficiente e garantire che le somme vadano a chi ne ha diritto.
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