La proposta: tassare la benzina al posto dell’Rc Auto
25 nov 2019 | 3 min di lettura | Pubblicato da Christian T.
Tra gli obiettivi la battaglia all'evasione
Il costo dell’Rc Auto scende ma non abbastanza. Sulla base di questa verità che grava sulle tasche degli italiani da tanti, troppi anni, a qualcuno è venuto in mente di tentare una piccola rivoluzione, spostando la tassazione dalle polizze ai carburanti: trasferire la fiscalità sui consumi per combattere l'evasione e stimolare comportamenti ecologici.
Prima di vedere nel dettaglio la proposta che arriva dall'Ivass, l'Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni, diamo un'occhiata ai dati diramati dallo stesso Istituto relativi al 2018. I veicoli assicurati in Italia sono 42,2 milioni, il 75,6% dei veicoli assicurati è costituito da autovetture, il 9,3% da autocarri e motocarri, il 7,4% da motocicli, il 2,1% da ciclomotori, il 2,6% da macchine agricole e l’1% da natanti. Il prezzo medio pagato dalle auto è stato di 333 euro, in diminuzione dell'1,2% rispetto al 2017. Il prezzo più basso è pagato a Bolzano (236 euro), quello più elevato, invece, in provincia di Napoli (493 euro).
Su tutta la categoria pesa un convitato di pietra, tutta quella massa di persone che circola senza un'assicurazione mettendo a rischio la collettività, ma soprattutto gravando sui costi per gli automobilisti onesti. Per contrastare il fenomeno, l'Ivass propone di tagliare completamente il carico fiscale che grava sull’Rc Auto e trasferirlo a parità di gettito sui carburanti.
Prima di disperarsi per l'ennesimo onere sulla benzina andiamo a vedere nel dettaglio: anzitutto lo spostamento dovrebbe essere pari, ovvero per lo Stato (e quindi per il contribuente) il gettito rimane invariato solo che al posto di prenderlo dalle polizze i cui costi scenderebbero del 18%, lo si otterrebbe dai carburanti che salirebbero del 4,5%.
Questa filosofia, mutuata dalla visione europea, avrebbe dei vantaggi: prima di tutto a pagare sarebbero tutti, anche gli evasori che circolano senza assicurazione (circa 2,9 milioni di veicoli su 40 milioni) e quelli che circolano con auto immatricolate all’estero e che sono quindi assicurati presso compagnie estere (che non ricadono nella normativa fiscale italiana), con conseguente sgravio sugli altri automobilisti. In secondo luogo, tassando i consumi si avrebbe una distribuzione più equa perché pagherebbe di più chi effettivamente usa l'auto (e inquina) di più. Secondo gli esperti questa impostazione stimolerebbe anche comportamenti più virtuosi in senso ecologico visto l'aggravio su benzina e diesel.
Seppur sia vero che in Italia i prezzi siano già alti e che ci sia un'incidenza delle accise già eccessiva che pesano per il 66% sul costo finale dei carburanti, è anche vero che non siamo distanti dalla media europea che è del 64% e non siamo neanche al top della classifica: in Olanda e nel Regno Unito, per esempio, si pagano più accise (l’incidenza è rispettivamente del 68% e 67% sul prezzo finale alla pompa). Su livelli simili ai nostri si trovano Germania e Francia (63% e 64%).
Insomma, l'idea di tassare i consumi al posto dell’Rc Auto non sembra utopia, chissà se il legislatore prenderà in considerazione la proposta.
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