Mercato auto ancora in rosso: a giugno -23%
6 lug 2020 | 2 min di lettura | Pubblicato da Christian T.
Si preme per gli incentivi
Si rischia il tracollo. A causa della pandemia e soprattutto del lockdown, il settore dell'auto è finito in una spirale dalla quale non riesce a uscire. Almeno in Italia, dove a giugno le immatricolazioni sono in calo del 23%, dato pesante che segue quelli tragici dei mesi scorsi: marzo -85,4%; aprile -97,6% e maggio -49,6%.
E dire che giugno doveva essere il mese della riscossa, mentre si è accodato al trend negativo. Non c'è da stupirsi: con la situazione così incerta sul fronte economico è stato già evidenziato come le persone tendano a risparmiare su tutto, tanto più su un bene durevole come l'auto. Molti restano anche alla finestra nella speranza di nuovi e più corposi bonus capaci di ridare ossigeno al settore. Risultato: secondo i dati ufficiali del ministero dei Trasporti nei primi sei mesi dell'anno le immatricolazioni sono state 583.960, quasi la metà (-46%) rispetto allo stesso periodo del 2019 quando erano state 1.083.184.
Tutte le associazioni di categoria sono concordi nel chiedere l'intervento del governo perché vari degli incentivi come la rottamazione che vengano destinati a tutte le auto, anche quelle ad alimentazione tradizionale, e non riservati ad auto elettriche o ibride come è attualmente in vigore. La ragione è semplice: per riattivare il mercato bisogna lasciare ampia scelta perché le auto a batteria spesso hanno un costo molto alto che gli incentivi non riescono a rendere appetibile per un pubblico vasto. Non si derogherebbe neanche troppo agli obbiettivi ecologici visto che un rinnovo del parco auto delle vetture con più di dieci anni a favore di nuovi e più efficienti mezzi comporterebbe comunque un miglioramento generale sul fronte emissioni, seppur non una vera e propria rivoluzione.
A guardare i Paesi cugini la strada sembra anche efficace: in Francia grazie agli incentivi varati dall'esecutivo a giugno le immatricolazioni sono tornate a crescere anche se di un misero 1,2%. Un lieve rialzo che verrebbe accolto come un miracolo in Italia dove la crisi in cui il settore è sprofondato al momento non vede ancora la luce in fondo al tunnel.
È una crisi che riguarda tutti perché il comparto auto rappresenta una fetta enorme del Pil e della forza lavoro impiegata; Federauto, l'associazione dei concessionari, stima che con questo trend sono a rischio 40mila posti di lavoro.
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