Mercato auto, gennaio parte bene: +19% sul 22
6 feb 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Christian T.
In grande difficoltà, però, le elettriche pure
La buona notizia c’è: il mercato auto nel 2023 è partito con il piede giusto. A gennaio 2023 l’Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), calcola immatricolazioni per 128.301 unità, in crescita rispetto a gennaio 2022 del 19%.
Un buon risultato soprattutto se corredato alla previsione che la stessa associazione fa per l’anno in corso: dovrebbe chiudere in crescita del 6,3% con un milione e 400mila veicoli immatricolati (83mila in più dell’anno scorso), con un risvolto positivo anche sugli altri settori connessi, come quello assicurativo.
L’elettrico non decolla
Tra le alimentazioni a gennaio sono cresciuti soprattutto benzina e diesel: sul totale auto vendute, la prima è al 26,4% di share, mentre il diesel 19,1% di quota. Il Gpl guadagna 1/3 dei volumi e sale al 10,3% di quota sul totale, mentre il metano resta ad appena allo 0,2% del mercato. Prosegue l’ascesa delle ibride che recuperano quasi due punti e salgono al 36,7% di quota, con un 9,7% per le “full” hybrid e 27,0% per le “mild” hybrid. Crolla, invece, la quota delle auto elettriche pure (BEV), al 2,6%del totale, riescono a tenere le plug-in (PHEV) al 4,7%; le ECV nel complesso scendono in gennaio al 7,3% delle preferenze.
Insomma dopo anni in cui non si parla d’altro che di transizione ecologica, ci aspetteremmo di vedere le elettriche andare a ruba, mentre restano impantanate in fondo alla classifica. La stessa Unrae ha cercato di dare una spiegazione al fenomeno: le infrastrutture. L’installazione di colonnine di ricarica procede ancora lentamente. Si spera in un’accelerazione grazie anche alla pubblicazione dei decreti del Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica, che stanziano 713 milioni di euro per l’installazione, entro i prossimi tre anni, di 13.755 infrastrutture di ricarica elettrica da 90 kW nei centri urbani e di almeno altre 7.500 ricariche super veloci (175 kW) nelle superstrade.
A dimostrare di come gli italiani siano ancora legati all’alimentazione tradizionale ci sono i dati complessivi dell’anno scorso che vedono l’Italia all’ultimo posto come quota di nuovi elettrici immatricolati (il 9,4% contro il 55,4% della Germania, il 39,4% del Regno Unito, il 25% della Francia e 10,9% della Spagna).
Anche l’andamento delle richieste degli incentivi ha visto trionfare benzina e diesel. Come abbiamo spiegato in questo approfondimento, i fondi per le elettriche sono rimasti quasi intonsi.
A proposito di incentivi
La struttura degli incentivi messa a punto dal governo Draghi e mantenuta dal governo in carica, prevede un miliardo di euro all’anno fino al 2030, sempre suddivisi tra le varie alimentazioni con preferenza per le auto green. Questa struttura potrebbe in qualche modo drogare il mercato che vede un forte aumento nei primi mesi, quando poi finiscono i bonus per le auto a benzina o diesel arriva il periodo di stagnazione.
Questa struttura ha il merito di garantire un sostegno per diversi anni di seguito, che offre garanzie e stabilità alle case automobilistiche, ma può incidere sulle scelte del consumatore che magari “stringe i denti” a metà anno aspettando gennaio per cambiare l’auto. Questo può essere uno dei fattori che ha spinto i dati di questo mese, vedremo cosa accadrà nel prossimo futuro, sperando anzitutto che si stemperi la fiammata dell’inflazione.
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