Piano anti-smog: oltre un milione di veicoli diesel fermi
16 ott 2018 | 2 min di lettura | Pubblicato da Christian T.
Cosa prevede il nuovo piano anti smog di molte regioni
Oltre 1,1 milioni di veicoli non potranno più circolare e nel prossimo futuro il numero potrebbe crescere. Frutto del piano anti-smog varato di comune accordo da quattro regioni italiane (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto) le limitazioni alla circolazione dei veicoli diesel più inquinanti sono già partite e nuovi provvedimenti entreranno in vigore entro marzo dell'anno prossimo.
Ma cosa sta succedendo di preciso? Nel piano firmato nel giugno del 2017 è previsto lo stop, dal lunedì al venerdì e dalle 8.30 fino alle 18.30, per le auto e i veicoli commerciali diesel fino a Euro 3 e, nell'Emilia Romagna, fino a Euro 4. Le limitazioni alla circolazione, nate per tentare di controllare una situazione che è stata già sanzionata dalla Ue, non sono infatti uniformi in tutto il territorio interessato e fanno capo alle amministrazioni comunali delle località coinvolte, ovvero quelle con più di 30mila abitanti che dovrebbero aver predisposto le delibere attuative. Anche se molti di questi comuni non hanno ancora emesso alcun regolamento.
Nel pacchetto ci sono anche domeniche ecologiche 'fisse', la prima già il 7 ottobre e poi il 4 novembre.
Sono previste anche misure d'emergenza, in base a due livelli di allerta: se lo sforamento dei limiti di smog viene superato per almeno 4 giorni consecutivi scatteranno il divieto di sosta con motore acceso, l'abbassamento del riscaldamento domestico a un massimo di 19 gradi (tranne scuole e ospedali) e il divieto di uso di biomasse poco efficienti per il riscaldamento della casa. Il secondo livello prevede ulteriori paletti alle biomasse, con controlli intensificati e sanzioni fino a 500 euro.
L'ambizioso piano ha fatto però infuriare diversi automobilisti, soprattutto perché dovrebbe estendersi anche alle auto euro 4 nel giro di due anni, aumentando il numero di mezzi coinvolti. Molti dovranno cambiare auto relativamente nuove o comprate usate e per alcuni si tratta di un provvedimento arbitrario e troppo duro nei confronti del diesel; l'altra critica è la mancanza di uniformità lungo la penisola: azioni così energiche forse andrebbero decise a livello nazionale e con criteri univoci, evitando di lasciare la scelta agli enti locali.
Nonostante il piano preveda anche degli investimenti, in particolare un pacchetto di 16 milioni di euro per ridurre le emissioni delle attività agricole, zootecniche e favorire la rottamazione dei mezzi più inquinanti con bonus regionali ad hoc, in molti ritengono che le istituzioni facciano troppo poco e che stiano scaricando la responsabilità (e i costi!) del problema sui cittadini.
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