Truffe alle assicurazioni: una riflessione sul caso di Palermo
3 mag 2019 | 3 min di lettura | Pubblicato da Christian T.
42 arresti e centinaia di indagati
È una delle pagine più tragiche nella storia delle truffe alle assicurazioni. Il caso di Palermo in cui un'organizzazione reclutava persone per farsi rompere arti e intascare il premio assicurativo, è stato trattato da tutti gli organi di stampa e ci deve spingere ad alcune importanti riflessioni.
Le indagini della procura hanno portato a 42 arresti e centinaia di indagati, la truffa consisteva nell'avvicinare persone in condizioni disagiate, spesso tossicodipendenti, indigenti o con deficit mentali, che con la promessa di un facile guadagno venivano convinti a farsi rompere un arto per poi chiedere un rimborso assicurativo. Di questo poi prendevano solo una piccola parte (o spesso proprio nulla) con un vero e proprio tariffario: 500 euro per un braccio rotto, 1000 per una gamba. Il giro d'affari generato sembra arrivi a circa un milione e 600mila euro. Le persone fermate sono accusate, a vario titolo, di lesioni gravi, usura, estorsione, peculato, truffe assicurative e autoriciclaggio.
Il nostro Paese è gravato da un pesante numero di truffe assicurative e gli effetti di queste attività illegali si palesano in tutte le assicurazioni, anche quelle sottoscritte dalle persone oneste che devono praticamente pagare una tassa sull'illegalità. Il caso di Palermo è particolarmente aberrante e sembra persino assurdo arrivare a concepire una truffa di questo genere. Tutto questo ci deve far pensare: anzitutto va rilevata una propensione a questo tipo di reati molto diffusa, con l'idea che truffare una compagnia assicurativa sia solo fare un danno a un colosso economico e che non avrà alcun effetto sulla società. In realtà come abbiamo analizzato più volte i costi delle truffe vengono conteggiati dalle compagnie e il rischio spalmato su ogni polizza. Il caso più eclatante è il costo della RC Auto i cui prezzi in Italia restano alti anche per questo motivo. È dunque fondamentale contrastare il fenomeno poiché si traduce in un costo per tutti.
Seconda riflessione: i controlli. Com'è possibile che il caso di Palermo con un aumento del numero di sinistri non sia stato rilevato già dalle stesse compagnie? È possibile che una singola compagnia non possa accorgersi del picco di casi, ma se ci fosse un registro unico forse l'anomalia sarebbe stata più evidente e tante persone si sarebbero salvate dalle grinfie di questi delinquenti.
Un'ultima e più amara riflessione riguarda il contesto generale. Pensare a tanti poveri disperati disposti a tutto per raggranellare poche centinaia di euro (che tra l'altro nella maggior parte dei casi non venivano neanche corrisposte dalla banda di Palermo), racconta di una larga fascia di persone abbandonate, senza speranza, che non vedono nelle istituzioni un rifugio possibile dai problemi. Uno Stato più presente, inclusivo, che non lascia indietro i più deboli e che è capace di offrire un supporto concreto per aiutare le persone a rialzarsi da un periodo difficile, è il miglior modo di prevenire non solo casi simili, ma anche tanti altri problemi che infliggono il Paese, come l'evasione fiscale, la criminalità, il lavoro nero, le mafie. Negli anfratti della società, dove la luce della coesione sociale non riesce ad arrivare si annida il malaffare e se lo stato di diritto non offre risposte, queste saranno sempre cercate altrove.
Articoli recenti
Assicurazione auto contro calamità naturali: cosa c'è da sapere
Pneumatici: dal 15 novembre vanno messi quelli invernali
Nuovo Codice della Strada, a breve l’entrata in vigore
Italia e auto elettrica: una sfida tra bassa diffusione e infrastrutture in crescita
Guide sulle Assicurazioni
Come funziona l’assicurazione interventi chirurgici
Cos’è l’assicurazione Key Man per le aziende
Le polizze Ramo I sono a capitale garantito?
Quali sono le vaccinazioni obbligatorie per il cane
Compagnie e intermediari assicurativi
Scopri le compagnie che operano nel mercato italiano e quali sono i prodotti che offrono.