Un'assicurazione per i dati digitali
6 mar 2017 | 3 min di lettura | Pubblicato da Christian T.
Cybersecurity: novità in arrivo
Quanti dati di te stesso hai affidato alla rete? La maggior parte delle persone a questa domanda risponde minimizzando: “Uso pochissimo internet”, “I social? No guarda, giusto su Facebook qualche volta”, “Sto sempre attento a quello che comunico”.
Tutte queste risposte pur essendo in buona fede sono molto lontane dalla realtà, una realtà fatta di una quantità incredibile di dati che riguarda ognuno di noi, che neanche ci rendiamo conto di comunicare e che rappresentano la nuova frontiere del business... e dei malintenzionati.
Ogni volta che usiamo Internet stiamo dicendo a qualcuno chi siamo, quanti anni abbiamo, cosa ci piace, dove andiamo, se preferiamo il cinema o il teatro, la cucina o i videogiochi, se abbiamo un'auto, se guidiamo molto e tantissime altre informazioni che nell'era dei big data valgono oro. A queste si aggiungono anche i dati comunicati deliberatamente ogni volta che ci iscriviamo a un sito a un social network, o facciamo un acquisto. Per farla breve, ognuno di noi ha un'identità digitale e quasi tutti ci stupiremmo di quanto sia accurata la nostra descrizione.
Non c'è bisogno di correre a cancellare ogni traccia di sé dal web né di lanciare computer e smartphone dalla finestra, basta stare attenti e quando questo non basta pensare a nuovi modi per proteggersi.
Ne è convinto anche Salvatore Rossi, presidente dell'Ivass che durante un convegno dedicato a Solvency2 (direttiva dell'Unione Europea che ha lo scopo di redigere le linee guida per la gestione del rischio nel settore assicurativo) spiega: “Il rischio cibernetico è un chiaro esempio delle opportunità e delle minacce che potranno derivare dall'innovazione tecnologica. Quando le imprese e le famiglie si renderanno conto di quanto pericoloso sia il rischio informatico, potranno essere disegnate e vendute molte nuove polizze assicurative”.
Che significa? Potrebbe voler dire che presto sentiremo l'esigenza di una polizza che ci protegga contro il furto di identità o per proteggere l'accesso al nostro conto bancario. Per il conto corrente online o la carta di credito nella stragrande maggioranza dei casi, sono già previste delle coperture assicurative settate dalla banca stessa, ma in futuro è possibile che vorremo gestire noi stessi la responsabilità della nostra sicurezza e spostare la regia delle coperture assicurative digitali nelle nostre mani, così da non dover seguire una strada diversa ad ogni evento avverso, ma avere un solo interlocutore per ogni evenienza.
Questo è vero anche e soprattutto per le aziende è recente il caso dell'hotel di lusso Romantik Seehotel Jaegerwirt, sul lago Turracher See, in Austria assaltato da un gruppo di hacker che ha preso il controllo dell'intero sistema di accesso alle camere, reso inattivi tutti i computer dell'albergo, mettendo fuori uso i sistemi di prenotazione e cassa. Alla fine ha chiesto una cauzione del valore di alcune migliaia di euro in bitcoin per “liberare” le stanze prese in ostaggio. Il direttore si è piegato alle richieste e ha pagato i pirati informatici per riprendere possesso del proprio albergo e non ha ottenuto alcun rimborso dall'assicurazione perché non è stato individuato alcun colpevole.
In questo caso il management dell'hotel ha istintivamente guardato al passato e sta pensando di tornare alle vecchie serrature con chiavi e portachiavi, presto invece potrebbe pensare di stipulare una polizza assicurativa più specifica.
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