Via dal decreto gli sconti RC
21 feb 2014 | 3 min di lettura | Pubblicato da Christian T.
Tagli alle bollette, incentivi al credito, sviluppo e ricerca e persino sconti per favorire la lettura. Ma che fine ha fatto la riforma della assicurazione auto? Il pacchetto "Destinazione Italia" è stato approvato definitivamente al Senato - con 121 voti a favore e 91 contro – ed è diventato legge. Dopo oltre due mesi di discussione, riscrittura e quant’altro, dai contenuti è sparita una voce di peso, quella sugli sconti per l’assicurazione auto. Per il settore se ne riparlerà, ricominciando con un disegno di legge. Parafrasando il presidente dell’Ania, Aldo Minucci, difficile che non trovandosi un accordo tra forze politiche con uno scadenzario serrato di un decreto lo si trovi tra quelle stesse parti con un disegno di legge.
Milleuno modi per abbassare il premio…ma se ne parlerà nel ddl
Durante queste settimane di discussione sono state tante e diversificate le proposte messe sul tavolo da associazioni, imprese e politici per tentare (ognuno a proprio modo) di ridurre le tariffe. Dal 1990 al 2011 la spesa per l’assicurazione, secondo le tabelle contenute nel Conto nazionale delle Infrastrutture e dei Trasporti pubblicato sul sito del ministero lo scorso anno, è cresciuta del 216%, passando da 5,1 miliardi a 16,3 miliardi euro.
Degli oltre 1.500 emendamenti presentati in Commissione Finanze della Camera sul dl Destinazione Italia, circa 540 erano relativi ad articoli di legge che regolamentano il settore assicurativo e la Rc auto, motivo per cui il governo in un primo tempo ha deciso di riscrivere l’articolo da zero e poi ha abbandonato del tutto l’idea.
Il ventaglio di iniziative è andato dal risarcimento del terzo trasportato, all’istituzione dell' Osservatorio nazionale sui costi delle riparazioni dei veicoli, dalle norme sui tempi di liquidazione dei sinistri alle idee per diminuire le liti in materia.
In particolare, una cascata di emendamenti si è abbattuta sull’introduzione della tariffa unica valida su tutto il territorio nazionale per le classi di massimo sconto e comunque per medesime classi. Le motivazioni? Diverse: dal non creare una disparità di trattamento tra cittadini del sud rispetto a quelli del nord a incentivare i migliori comportamenti alla guida di chi non è coinvolto in sinistri per più di 5 anni. Ancora, perché non legare il contratto Rc auto alla patente del guidatore anziché al singolo veicolo? In fondo la responsabilità civile è personale e chi è virtuoso lo è a prescindere dal territorio in cui vive. Ma niente di fatto.
Un’altra proposta prevedeva che le società assicurative pubblicassero le tariffe per impedire che diverse agenzie della stessa compagnia potessero praticare due prezzi differenti. Anche qui nessun accordo.
Fino all’ultimo giorno le iniziative rappresentate non si sono fermate. Un emendamento puntava a raddoppiare gli sconti per gli assicurati delle regioni con più sinistri, ma solo a condizione di sottoscrivere clausole specifiche sull’installazione della scatola nera o sul divieto di cessione del credito.
Altri sconti poi per chi si fosse vincolato a utilizzare la rete dei medici per le perizie o quella dei meccanici. E qui si è aperto un lo scontro frontale: libera concorrenza minata, lavoro sottocosto, dubbia qualità della riparazione chiusura delle carrozzerie indipendenti. Insomma, tutto da rifare.
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