Attenti ai nuovi tutor 3.0: non sfugge nulla
13 mar 2025 | 3 min di lettura
Tutta colpa degli svizzeri. Lo dicono gli addetti ai lavori sottolineando il made in Suisse dei nuovi tutor in arrivo sulle strade. Nato per monitorare il traffico all’interno delle loro gallerie, il sistema di controllo della velocità basato su telecamere ha fatto la sua comparsa in Italia nel 2005. Nel frattempo la tecnologia è cambiata e con lei il codice della strada, che nella versione più recente riabilita i tutor, giunti all’aggiornamento 3.0, ancora più sofisticato e in grado di mettere a dura prova guidatori (e relative tariffe come l'Rc auto).
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Tutor hi-tech
Il nuovo tutor tecnicamente è un autovelox, anche se non ha nulla a che fare con quelli sistemati lungo i corsi cittadini, pensati unicamente per rilevare la velocità istantanea delle vetture in transito. Al contrario, questa nuova generazione hi-tech utilizza una scansione laser per rilevare la velocità media con cui un’auto percorre un tratto di autostrada: inoltre, è in grado di controllare i sorpassi dei mezzi pesanti, verificare la massa dei veicoli, individuare i veicoli contromano, rilevare le irregolarità nei tachigrafi e controllare l’elusione del pedaggio.
Installazione a cura del Mit
L’installazione dei nuovi dispositivi hi-tech è stata decisa a giugno 2024 con un decreto del ministero dei Trasporti: l’ultima evoluzione del sistema ottimizza la trasmissione di dati e una maggiore efficienza nel rilevamento della velocità media. Lo fa utilizzando un sensore nel portale d’ingresso che individua la categoria del veicolo e attiva le telecamere: poi, "fissa" il veicolo con una fotografia che registra data e ora di passaggio. Il sensore del portale successivo esegue le stesse operazioni: a seguire, tutte le info passano a un sistema centrale che compara i dati registrati dalle telecamere dei due portali precedenti, calcolando i tempi di percorrenza di ciascun veicolo.
Per quanti superano i tempi di percorrenza consentiti, il sistema si collega alle banche dati della Motorizzazione e degli autonoleggi per risalire all’intestatario e al conducente. Le violazioni vengono poi accertate dalla polizia stradale: a questo punto il sistema provvede a compilare e stampare il verbale, inoltrando i dati per la notifica al trasgressore.
I tutor attivi
I nuovi dispositivi già installati e attivi sono: sulla A1 Milano-Napoli (7 impianti); 4 tra Chiusi e Monte San Savino (entrambe le direzioni); 1 tra Castelnuovo di Porto e Settebagni direzione Roma; 1 tra l’area di servizio Tevere e Fabro direzione Firenze. 5 impianti A27 Mestre-Belluno; tra il bivio con la A4 Milano-Brescia e lo svincolo con la Pedemontana; 5 impianti in A9 Lainate-Como-Chiasso; tra Saronno e Lomazzo Nord, sia in direzione Chiasso che in direzione Lainate; 4 impianti in A14 Bologna-Taranto; tra Pesaro e Rimini Sud (entrambe le direzioni); 5 impianti in A11 Firenze-Pisa Nord; tra Montecatini e Prato Est (entrambe le direzioni).
Il tutor “democratico”
Secondo Aspi, “sulla base degli eccellenti risultati ottenuti in termini di sicurezza stradale, le associazioni dei consumatori hanno giudicato il Tutor un sistema molto più democratico ed equo dell’autovelox perché capace di punire i comportamenti sistematicamente pericolosi, incidendo e modificando le abitudini sbagliate perpetrate da chi guida”. Con il nuovo sistema e il nuovo codice, trasgredire significa vedersi recapitare una multa che superando 60 km/h vale da 847 a 3.389 euro più la sospensione della patente da 6 a 12 mesi.
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