Auto, ecco come funziona il nuovo piano Ue
18 mar 2025 | 2 min di lettura
Non è proprio una retromarcia. Ma, per usare un gergo automobilistico, potrebbe essere una piccola svolta: l’Unione europea ha rivisto il proprio piano per la transizione elettrica della mobilità, dando ai produttori maggiore flessibilità per raggiungere gli obiettivi ambientali (che restano comunque stringenti).
La struttura del nuovo piano prova a conciliare la necessità di ridurre le emissioni di CO2 entro pochi anni con la sostenibilità economica di un settore che contribuisce al Pil europeo con 1000 miliardi di euro l’anno e occupa 13 milioni di persone.
I paletti imposti da Bruxelles, infatti, hanno messo sotto pressione i produttori automobilistici, che da tempo chiedevano un cambio di direzione.
Cosa cambia
Dal 2024, il tetto alle emissioni è stato abbassato a 94 grammi di CO2 per chilometro percorso. Oltre questo tetto, scattano multe pesanti: 95 euro per ogni grammo. Non serve una calcolatrice per capire che, moltiplicato per ogni emissione in eccesso e per ogni auto, si tratta di un peso enorme sulle case automobilistiche.
Il tetto resta, ma cambia il sistema di calcolo: la verifica non sarà sul singolo anno ma su una media annuale del triennio 2025-2027. Sembra un dettaglio, ma in realtà è una variazione significativa, perché i produttori avranno maggiore flessibilità. Potranno infatti sforare nel brevissimo periodo, a patto di compensare i ritardi con un’accelerazione successiva. Vuol dire, quindi, avere più tempo per far maturare il mercato dell’elettrico, che non decolla nonostante incentivi finanziari, assicurazioni favorevoli e costi di rifornimento molto più bassi.
Stop a benzina e diesel dal 2035
Su un altro punto, invece, l’Ue non ha accolto le richieste dei produttori. Resta, infatti, lo stop obbligatorio alla vendita di nuove auto benzina o diesel entro il 2035. Una scadenza che le case automobilistiche temono di non riuscire a rispettare senza subire un impatto significativo sul fatturato.
Gli incentivi diventano europei
Nel 2025 non ci saranno gli ormai consueti bonus a livello nazionale. L’ultima Legge di Bilancio non li ha previsti. L’Ue potrebbe arrivare in soccorso, con incentivi coordinati da Bruxelles, che potranno attingere a risorse europee e non più dalle casse dei singoli Stati.
La Commissione sta inoltre valutando di fissare una quota minima di elettriche per le flotte aziendali. Si tratta di un’altra misura controversa, con alcuni governi nazionali contrari.
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