Cure mediche: le famiglie nel 2023 hanno speso oltre 40 miliardi
7 mar 2025 | 3 min di lettura
In un contesto di crescenti difficoltà del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), la spesa sanitaria delle famiglie ha superato i 40 miliardi di euro nel 2023, registrando un aumento del 26,8% tra il 2012 e il 2022. Dietro questi numeri vi è tuttavia una situazione abbastanza critica, sia perché circa il 40% riguarda prestazioni a basso valore, sia perché è frenata dall’incapacità di spesa delle famiglie e dalla rinuncia a prestazioni per reali bisogni di salute. È quanto emerge dal Report dell’Osservatorio Gimbe sulla spesa sanitaria privata in Italia nel 2023, commissionato dall’Osservatorio Nazionale Welfare & Salute (ONWS). Lo studio ha analizzato il peso economico crescente sostenuto dalle famiglie e le criticità del sistema della sanità integrativa.
Quanto spendono le famiglie di tasca propria per curarsi
L’aumento della spesa cosiddetta “out-of-pocket” da parte delle famiglie, ossia la partecipazione diretta alla spesa sanitaria, è un indicatore delle crescenti difficoltà di accesso al Servizio Sanitario Nazionale. L’impossibilità di accedere a cure necessarie a causa delle interminabili liste di attesa determina un impatto economico sempre maggiore, specie per le fasce socioeconomiche più fragili che spesso non riescono a sostenerlo, limitando le spese o rinunciando alle prestazioni.
In Italia, l’importo di questa spesa viene ricavata attraverso quattro fonti di dati istituzionali: tre dell’ISTAT (SHA, Conti Nazionali e indagine campionaria sulle famiglie) e il Sistema Tessera Sanitaria, che raccoglie i dati per la dichiarazione dei redditi precompilata.
Secondo i dati ISTAT-SHA, nel 2023 la spesa sanitaria totale in Italia ha raggiunto € 176,1 miliardi di cui € 130,3 miliardi di spesa pubblica (74%), € 40,6 miliardi di spesa privata pagata direttamente dalle famiglie (23%) e € 5,2 miliardi di spesa privata intermediata da fondi sanitari e assicurazioni (3%) attraverso le polizze salute. Considerando solo la spesa privata, l’88,6% è a carico diretto delle famiglie, mentre solo l’11,4% è intermediata.
Cure dentistiche e fisioterapia in cima alla lista delle spese
Il valore nazionale della spesa procapite è di € 730, con un range che va dai € 1.023 della Lombardia ai € 377 della Basilicata. Questa distribuzione evidenzia che le Regioni con migliori performance nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) registrano una spesa pro-capite superiore alla media nazionale, mentre quelle del Mezzogiorno si collocano al di sotto.
Secondo i dati ISTAT-SHA, le principali voci di spesa sanitaria delle famiglie includono l’assistenza sanitaria per cura (comprese le prestazioni odontoiatriche) e riabilitazione, che rappresenta il 44,6% del totale (€ 18,1 miliardi). Seguono i prodotti farmaceutici e apparecchi terapeutici (36,9%, pari a € 15 miliardi) e l’assistenza a lungo termine (LTC), che assorbe il 10,9% della spesa complessiva, per un totale di € 4,4 miliardi.
Rinuncia alle cure: un fenomeno che colpisce 4,5 milioni di italiani
La spesa sanitaria delle famiglie è sempre più “arginata” da fenomeni che incidono negativamente sulla salute delle persone: limitazione delle spese sanitarie, che nel 2023 ha coinvolto il 15,7% delle famiglie, indisponibilità economica temporanea per far fronte alle spese mediche (5,1% delle famiglie nel 2023) e rinuncia alle cure. In particolare, nel 2023 circa 4,5 milioni di persone hanno dovuto rinunciare a visite o esami diagnostici, di cui 2,5 milioni per motivi economici, con un incremento di quasi 600mila persone rispetto al 2022. Le differenze regionali sono marcate: 9 regioni superano la media nazionale (7,6%), con la Sardegna (13,7%) e il Lazio (10,5%) oltre il 10%. Al contrario, 12 regioni si collocano sotto la media, con la Provincia autonoma di Bolzano e il Friuli-Venezia Giulia che registrano il valore più basso (5,1%).
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