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I danni dovuti al clima sono costati 60 miliardi di dollari (per ora)

21 ago 2024 | 2 min di lettura

persona con stivali da pioggia cammina in allagamento

I danni assicurati causati dagli eventi atmosferici continuano ad aumentare. Solo nella prima metà del 2024, il conto per le compagnie è salito a 60 miliardi di dollari, con un aumento del 62% rispetto alla media dell’ultimo decennio. Oltre che rappresentare un fattore per il settore assicurativo, i danni rimborsati a chi aveva sottoscritto una polizza casa contro i danni da maltempo sono un indice dell’impatto climatico. Lo spiega nel suo ultimo report Swiss Re.

Pioggia e inondazioni

Quest’anno, il conto è lievitato soprattutto a causa dei forti temporali. Eventi meno catastrofici, ma sempre più frequenti anche in aree molto urbanizzate, come ad esempio gli Stati Uniti. La voce temporali, infatti, è costata oltre due terzi del totale (42 miliardi di dollari), registrando una crescita molto più accentuata rispetto alla media (+87%). Forti venti, grandine e nubifragi, quindi, rappresentano il rischio più diffuso.

Altra voce importante è quella delle inondazioni, che hanno rappresentato il 14% dei costi assicurati globali. Colpa, soprattutto, degli eventi che hanno colpito Emirati Arabi Uniti, Germania e Brasile.

Perché il conto sale

Ma come si arriva a ben 60 miliardi di dollari? La risposta non dipende solo dalla frequenza degli eventi. Il problema è legato anche a questioni demografiche ed economiche. Piogge e inondazioni coinvolgono fasce sempre più ampie di mondo e, di conseguenza, di popolazione. Una popolazione che vive anche in città, che sottoscrive assicurazioni (anche se non ancora abbastanza) e che abita immobili di valore crescente. In sostanza: si danneggiano più cose, di valore maggiore, in Paesi più sviluppati e quindi più assicurati.

In altre aree, come ad esempio gli Emirati Arabi, i danni potrebbero moltiplicarsi anche a causa di fattori diversi: l’aumento delle precipitazioni potrebbe essere associato a “rapida crescita urbana, alterazione dell’uso del territorio, scarsi sistemi di drenaggio”.

Prevenzione unica contromisura

Si tratta, in ogni caso, di tendenze che si stanno consolidando. E che quindi, secondo Swiss Re, potrebbero presentare un conto molto più alto in futuro. E allora, visto che la frequenza dei fenomeni estremi non è previsto che diminuisca, cosa fare? “È fondamentale – risponde il report - investire in misure di protezione, come proteggere le comunità vulnerabili dalle inondazioni o migliorare le norme edilizie per proteggere le case dalle forti grandinate”.

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