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Infortuni sul lavoro: di notte meno rischi

12 set 2024 | 2 min di lettura

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Non privi di fascino, a volte faticosi. E - spesso - ritenuti pericolosi. Eppure, uno studio dell’Inail (l’Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) smentisce questo luogo comune sui lavori notturni: le probabilità di un infortunio sono più basse per chi lavora durante le ore piccole. È quanto emerge dall’analisi delle denunce svolta dalla Consulenza Statistico Attuariale.

I dati

Viene considerato lavoratore notturno chi lavora nel periodo notturno almeno tre ore del tempo giornaliero di lavoro, per un minimo di 80 giorni l’anno. Com’è fisiologico che sia, visto che la notte le attività diminuiscono in modo netto, gli infortuni che si verificano in questa fase rappresentano una piccola fetta del totale: solo il 2,8%.

Ma, chiaramente, non è questo il dato che rende la notte meno pericolosa. L’Inail ha preso in esame gli ultimi dati disponibili, relativi al 2022. Risultato: il rapporto totale tra le denunce di infortunio sul lavoro e gli occupati è di 27,7 per mille, ma scende al 7 per mille se si considerano i soli lavoratori notturni. “Si riconferma dunque – spiega l’Inail - quanto già evidenziato nella pubblicazione del 2011, ossia un rischio più elevato per il complesso dei lavoratori rispetto ai soli notturni”.

Perché il rischio è più basso

Ma perché l’incidenza degli infortuni cala così tanto? Prima di tutto, spiega lo studio, dipende dal fatto che molte lavorazioni ad alto rischio si svolgono quasi esclusivamente in orario diurno, come le costruzioni o alcuni comparti dell’industria manifatturiera. Di notte, invece, lavora soprattutto il terziario, con una rischiosità che tende a essere più bassa rispetto alle attività a carattere industriale.

Attenzione al percorso

C’è però un momento in cui la notte aumenta il rischio: il percorso per andare al lavoro o per tornare a casa, i cosiddetti infortuni in itinere.

Gli infortuni notturni con mezzo di trasporto coinvolto rappresentano, tra il 2018 e il 2023, il 21% delle denunce e ben il 60% dei casi mortali. Le stesse percentuali riferite a tutti gli infortuni (diurni e notturni) sono inferiori, pari al 14% e al 36%.

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