Immatricolazioni in calo: perché l’elettrico non decolla
18 feb 2025 | 2 min di lettura

Il mercato italiano dell’auto continua a soffrire. E quello dell’elettrico non fa eccezione. Anzi: secondo gli ultimi dati dell’Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri (Unrae), le vetture a basse emissioni perdono quota. Il Centro Studi Promotor ha allora chiesto ai concessionari quali sono i freni che stanno rallentando la transizione elettrica.
Le elettriche perdono quota
A gennaio sono state immatricolate in Italia 133.692 autovetture, con un calo del 5,9% sullo stesso mese del 2024 e del 19,1% sul gennaio 2019, cioè rispetto alla situazione ante-crisi da coronavirus. Secondo L’Unrae, “la possibilità di ritornare in tempi ragionevoli ai livelli pre-Covid è assolutamente remota, per non dire della possibilità di ritornare ai livelli dell’inizio del secolo”. Basti pensare che nel gennaio 2001 le immatricolazioni furono 272.126.
Debole è anche il mercato green. La quota delle auto elettriche pure (BEV) scende dal 5,5% di dicembre al 5% di gennaio. E se migliora rispetto a gennaio 2024 è solo perché un anno fa l’attesa degli incentivi aveva convinto gli automobilisti ad attendere, portando la quota elettrica al 2,1%. Va poco meglio per le ibride plug-in (PHEV), che rappresentano il 3,6% delle immatricolazioni, contro il 3,4% di dicembre e il 2,8% di gennaio 2024. Complessivamente, il mese scorso la quota delle vetture elettrificate (ECV) è all’8,6%.
Perché la transizione va al rallentatore?
Ma perché l’elettrico fa così tanta fatica? Secondo le risposte fornite dai concessionari al Centro Studi Promotor, la principale ragione sta nei prezzi, ancora troppo alti. Davanti ai listini salati, la convenienza economica degli anni successivi (a livello di carburante, bollo, assicurazioni più leggere e libera circolazione anche nelle zone a traffico limitato) non basta. E visto che la legge di Bilancio non ha previsto eco-incentivi per il 2025, la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare.
Oltre ai prezzi, i concessionari evidenziano l’insufficiente dotazione di punti di ricarica (quindi poche colonnine e mal distribuite) e, nonostante i passi avanti degli ultimi anni, la limitata autonomia delle vetture elettriche.
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