L’AI sta per mettersi al volante: ma siamo pronti per la svolta?
3 gen 2025 | 3 min di lettura
L’intelligenza artificiale sta entrando passo dopo passo nelle nostre vite e in diversi ambiti. La sua applicazione su larga scala potrebbe però presto rivoluzionare molti settori, tra cui quello automobilistico.
A soffermarsi sull’apertura degli italiani nei confronti del tema è la ricerca “Dall’Automobile Sapiens, all'Automobilista Sapiens - Reazioni, aspettative e timori nei confronti dell'auto della nuova specie ed analisi della sua diffusione sul mercato” condotta dell’Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss Business School. I ricercatori si sono soffermati in particolare sui fattori che influenzano l’accettazione e l’intenzione di utilizzo di sistemi IA integrati nei veicoli.
Per la ricerca è stato somministrato un questionario ad un campione rappresentativo di automobilisti,. Il campione analizzato comprende adulti di età compresa tra i 18 e i 60 anni (età media di circa 34 anni) ed è equamente distribuito per genere. Oltre il 57% dei partecipanti possiede una laurea, il 91,5% detiene o utilizza regolarmente un veicolo, il 32,4% ha familiarità con sistemi di guida assistita.
Italiani aperti nei confronti dell’AI ma con qualche preoccupazione
La base per lo studio è costituita dal concept Automobile Sapiens, ossia un modello teorico elaborato dall'Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss Business School: in pratica, i ricercatori hanno preso come punto di partenza dell’analisi un veicolo “ipotetico” progettato per integrare tecnologie avanzate di IA, capaci di prendere decisioni autonome per migliorare la sicurezza e l’esperienza di guida.
I risultati del questione sottoposto agli intervistati hanno evidenziato come più della metà dei potenziali utilizzatori sia pronta ad entrare nell'era dell'Automobile Sapiens.
L’intenzione di utilizzo è manifestata da parte del 55,2% degli intervistati, mentre il 67,9% ha espresso un livello di familiarità medio-alto e otto su dieci (75,8%) hanno definito la tecnologia come altamente innovativa. La sicurezza emerge come un aspetto convincente, con il 53,5% di fiducia nella capacità di prevenire incidenti e il 62,3% di tranquillità sul fatto che l'Automobile Sapiens sia progettata per evitare collisioni. Le resistenze sono legate al possibile alto costo di manutenzione e aggiornamento in caso di problemi tecnici o vulnerabilità informatiche, con l’83,2% degli intervistati che ha espresso preoccupazioni significative. Riguardo alla delega totale dal punto di vista decisionale, solo il 28% degli interpellati si è detto favorevole.
Dalla scatola nera ai sistemi “in cabin sensing”
La crescita dell’Intelligenza Artificiale nel settore automotive potrebbe in particolare contribuire a realizzare nuovi approcci nello sviluppo dei sistemi di sicurezza a bordo del veicoli, ancora più evoluti rispetto alla “scatola nera” prevista da alcune polizze Rc auto: si prevede che il giro d’affari per i sistemi di “in-cabin sensing” (che comprendono i sistemi di monitoraggio del conducente, i sistemi di monitoraggio degli occupanti, il monitoraggio degli interni, telecamere a infrarossi e altro ancora) crescerà dagli attuali 2,5 miliardi di dollari a 6-8 miliardi entro il 2030, anche sotto la spinta di standard di omologazione sempre più severi.
Le chatbot, cioè i software in grado di dialogare in forma scritta e parlata con l’utilizzatore, sono tuttavia in questo momento l’espressione attualmente più riuscita, semplice e diffusa dell’Intelligenza Artificiale. L’Osservatorio ha analizzato trentotto marchi auto e tutti propongono un assistente vocale proprietario a bordo e permettono di utilizzare in vettura Google Assistant e Siri. Ben tredici permettono ad Alexa di accedere e comandare funzioni di bordo all’interno della stessa vettura, sei marchi utilizzano (o possono utilizzare) Alexa built-in (incorporato e delegato dal sistema), cinque Google Assistant built-in. Sono quattro le case che associano ai loro assistenti vocali un avatar e quattordici quelle che già incorporano ChatGPT.