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Il marchio Toro fa parte della società Alleanza Toro ed è presente sul territorio italiano con particolare concentrazione nel centro-nord. Il marchio Toro offre una serie di prodotti assicurativi nei Rami Danni e Vita e si rivolge a svariate categorie di clienti come famiglie, singoli, professionisti e imprese. Nei Rami Danni le offerte di Toro comprendono tutta la gamma auto e non auto. Nei Rami Vita è presente sia nei consueti settori a componente prettamente assicurativa sia nell’ambito finanziario, proponendo prodotti di previdenza e investimento.

Oltre ai tradizionali servizi di assicurazione mette a disposizione prodotti specialistici, quali la protezione del credito, la tutela legale e il finanziamento retail, grazie ai nuovi accordi di Alleanza Toro con importanti operatori di mercato (DAS, Consel). Toro ha anche ampliato la gamma di prodotti previdenziali per mezzo di una nuova struttura di consulenza per il risparmio e la previdenza.

Nel corso del 2013 Alleanza Toro S.p.A. si è fusa per incorporazione in Generali Italia S.p.A., nuova denominazione di INA Assitalia da luglio dello stesso anno. Tutti i contratti sottoscritti con Alleanza Toro, pertanto, proseguiranno senza alcuna modifica con Generali Italia e saranno sempre gestiti dalla medesima agenzia a cui è stato assegnato il contratto.

La storia

1833: A Torino nasce la “Compagnia Anonima di Assicurazione contro i danni degli Incendi”, la prima realtà assicurativa dell’allora Regno di Sardegna, formata per volontà dei più importanti esponenti della finanza legata alla dinastia Savoia. Lo sviluppo del Gruppo segue di pari passo le varie tappe della nascita del Regno d’Italia. Già nei primi anni di vita si assiste all’apertura di diverse agenzie nelle zone della penisola che, pian piano, entrano a far parte della nuova compagine statale.

Durante tutto il XIX secolo la gestione della Compagnia viene affidata alle famiglie legate alla finanza locale. Agli inizi del Novecento la società è ben radicata nel territorio italiano, pur mantenendo un’importanza prevalentemente legata al Piemonte. Sotto la direzione di Carlo Ruffini, nominato presidente nel 1922 (e in carica fino al 1959) si compie il balzo in avanti. Le competenze vengono allargate anche a nuovi rami, come gli infortuni, i furti, la vita, la responsabilità civile. Allo stesso tempo inizia una profonda fase di espansione che si concretizza non solo in un più solido rapporto con la clientela, ma soprattutto con il rilevamento di importanti pacchetti azionari di altre società. Nel 1925 avviene la scelta di cambiare ragione sociale in Compagnia Anonima di Assicurazioni di Torino. Dalla fine degli anni ’20 fino alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale la Società consolida il suo importante ruolo nel tessuto sociale nazionale e mette in atto una strategia volta a espandersi nei mercati internazionali.

Viene concretizzato il controllo di importanti società come Aurora, la parigina Union, Vittoria Assicurazioni e la lombarda Italian Excess Insurance (oggi Vittoria), mentre si procede ad aumentare progressivamente il capitale sociale. Inoltre, una serie di investimenti nel campo immobiliare consolida la presenza della compagnia assicurativa nelle principali iniziative edilizie dell’epoca, tra cui l’acquisizione di importanti quote nelle Fornaci Riunite e nella Banca Immobiliare Piemontese.

Il secondo dopoguerra coincide con un ulteriore rafforzamento della compagnia assicurativa, che nel 1957 diviene azionista di maggioranza della francese Le Continent, con cui darà vita a una lunga e proficua collaborazione. Nel 1960 la decisione di quotarsi alla Borsa di Milano: ciò mentre gli anni ’60 si distinguono per il consolidamento - mediante alcune partecipazioni – nel segmento industriale e per la progressiva penetrazione nel mercato d’oltralpe.

Nel 1970 viene stretto un accordo con la società Madgeburg, già collegata al pacchetto azionario di Le Continent. Nello stesso anno la compagnia assicurativa di Torino decide di passare sotto il controllo di Banco Ambrosiano. Il cosiddetto “periodo milanese” è caratterizzato da molti importanti aumenti di capitale e da un crescente impegno nel campo immobiliare. Nel 1974 il Gruppo assicurativo cambia denominazione e assume quella attuale, Toro Assicurazioni.

Nel 1975 il controllo del Gruppo viene assunto dalle famiglie Acutis e Zanon di Valgiurata, mentre in Lussemburgo viene istituita una nuova struttura di controllo, chiamata Toro International Holding. Importante, in questo periodo, la decisione di aprire due nuove sedi a Londra e nelle Bahamas.

Nel 1983 un altro cambio della guardia. Toro passa sotto il controllo della Ifil, la finanziaria del Gruppo Fiat. Umberto Agnelli diventa presidente di Toro, proprio in concomitanza con il 150° anniversario dalla fondazione.

Ifil procede a una progressiva razionalizzazione della proprietà che le fanno capo. Toro passa così sotto il controllo della finanziaria Sicind, che opta per consolidarne la rete tradizionale. Quanto all’aspetto puramente amministrativo, il periodo si distingue per una progressiva decentralizzazione gestionale. Umberto Agnelli lascia la carica nel 1994 e viene sostituito da Benedetto Salaroli, il quale nel ruolo di presidente consoliderà la ricollocazione di Toro all’interno della struttura Fiat. La Compagnia assicurativa intanto si impone sul mercato grazie a numerosi riconoscimenti ufficiali: nel 1991 e nel 1993 viene infatti insignita dell’attesto di eccellenza “Oscar di Bilancio”.

Il 1995 vede l’avvio di ulteriori accordi e acquisizioni. Vengono rilevate la polacca Petrus, l’allora Banca di Roma - oggi Capitalia – e si procede all’acquisizione del 91% del pacchetto di Nuova Tirrena. In virtù di questi dati, Toro viene ufficialmente riconosciuta sesta nella classifica delle Compagnie assicurative nazionali.

Nel 1997 il capitale sociale viene aumentato, la partnership con Banca di Roma viene rafforzata (in quell’occasione Toro entra nel gruppo dei soci); inoltre, grazie a un accordo siglato con Fiat, si assiste alla nascita di Toro Targa, compagnia che si occuperà di vendere polizze Rc auto affidandosi alla rete dei concessionari Fiat presenti in tutto il mondo.

Nel 2001 Toro decide di uscire dalla Borsa di Milano. Due anni dopo, viene ceduta dalla Fiat, che ha urgente bisogno di fare cassa e di rafforzare la propria precaria situazione patrimoniale e finanziaria. Toro passa così sotto il controllo del Gruppo De Agostini, holding che oggi opera in quattro diversi comparti industriali avvalendosi di partecipazioni e controlla, direttamente o indirettamente, oltre novanta società nel mondo.

Nel 2004 Toro rileva Lloyd Adriatico, incorporandola nella propria struttura, e successivamente compie la stessa operazione con Loyd Italico Vita. L’anno successivo Sandro Salvati assume la carica di nuovo Ad del Gruppo e decide per il ritorno a Piazza Affari, dopo quattro anni di assenza.

Il 4 ottobre 2006 il gruppo De Agostini ha ceduto il 65,5% delle azioni a Generali, in quell’occasione il consiglio di amministrazione ha nominato Luigi De Puppi Presidente e Amministratore Delegato.

Nel 2007 Toro si è accordata con Consel, società che si occupa di credito al consumo tramite il Gruppo Banca Sella: ha quindi rilevato il 32% del capitale sociale. Nel 2008, per celebrare il suoi primi 175 anni di attività, Toro ha voluto essere lo sponsor ufficiale dell’iniziativa “Torino capitale del design”, evento di respiro mondiale che unisce design e architettura e costituirà di sicuro uno dei momenti di più alta visibilità per il made in Italy.

Nel 2009, mese di ottobre, Toro e Alleanza Assicurazioni si uniscono in Generali per formare la nuova compagnia chiamata Alleanza Toro S.p.A.

A dicembre 2013 è avvenuta la fusione per incorporazione di Alleanza Toro in Generali Italia.

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