Arriva la Fase 2 e ripartono i furti d'auto
22 mag 2020 | 3 min di lettura
Prese di mira soprattutto le utilitarie e i suv
La vita torna a farsi normale dopo l'emergenza Coronavirus. Ce lo fa capire, in maniera chiara, l’osservatorio LoJack, leader di mercato in Italia e in Europa nei servizi di recupero dei veicoli rubati, con oltre 300 mila vetture protette distribuite in tutta Italia. Con la riapertura delle attività produttive e con l’allentamento delle misure restrittive, spiega LoJack, è ripartita l’industria dei furti d’auto. Un fenomeno che non accenna ad arrestarsi (in Italia sono stati 105 mila circa nel 2018, +5% sul 2017) tanto da indurre i proprietari d'auto a inserire anche il furto nell'Rc auto pur di limitare i danni.
A maggio furti d'auto triplicati rispetto ad aprile. “Nei primi dieci giorni di maggio, in concomitanza con l'inizio della Fase 2, la cosa si è intensificata, con furti triplicati rispetto ai primi dieci giorni di aprile, di fatto confermando il trend registrato nei primi due mesi del 2020, in leggera crescita rispetto al 2019”, spiega Massimo Ghenzer, presidente LoJack Italia. L'anno scorso, aggiunge Ghenzer, “in Italia state rubate 95.403 auto, più o meno 261 al giorno”. Quel che è peggio, è che sono state ritrovate meno del 36% delle auto rubate: di 61.000 veicoli si è persa ogni traccia.
Marzo-aprile: un ladro su tre ruba un'auto. Come dicevamo, il fenomeno in realtà non si è mai veramente arrestato. Secondo l’osservatorio LoJack nei mesi di marzo-aprile, quindi in pieno lockdown, un ladro su tre ha proseguito nella sua opera. A conti fatti, la riduzione dei furti ha riguardato le regioni più colpite dal virus, la Lombardia e il Veneto su tutte, oppure quelle più colpite dalle ordinanze restrittive, come la Campania. In altre regioni, Puglia e Sicilia soprattutto, la riduzione dei furti è stata meno sensibile, segno che i ladri d'auto hanno continuato a operare malgrado il lockdown.
Nel mirino, utilitarie (Panda) e Suv (Jeep Renegade). Evidentemente, spiega Ghenzer, nonostante la minore circolazione dei veicoli e i controlli stringenti delle Forze dell’Ordine e della Polizia Municipale, alcuni malviventi hanno provato a non fermare l'attività criminale per non perdere nessuna fonte di guadagno. In questi 60 giorni circa, sottolinea LoJack, nel mirino dei ladri sono entrate soprattutto le utilitarie, quelle più disponibili sulle strade e quindi più a portata di mano, come la Panda e la 500 in primis. Ma anche i suv, almeno quelli più diffusi sul mercato, come le Jeep Renegade, sono state oggetto di furti.
Fase 2: il fenomeno furti d'auto potrebbe consolidarsi. Fin dalle prime ore della Fase 2 gli operatori della centrale operativa di LoJack, impegnati insieme alle Forze dell'ordine nelle ricerche dei veicoli che sono stati rubati attraverso la tecnologia della radiofrequenza, hanno registrato segnali di ripresa del business. E, secondo l'Osservatorio LoJack, è probabile che nei prossimi giorni si assista al consolidarsi del trend con le organizzazioni criminali impegnate a recuperare il terreno perduto durante il lockdown.
Ci vuole l'hi-tech per fermare i nuovi ladri d'auto. “L’evoluzione del fenomeno, che passa dal topo d’auto all'hacker, fa capire quanto sia fondamentale cambiare il modo di contrasto di questi reati. Come? - dice Ghenzer - Semplice: proteggendo le chiavi prima di tutto e poi usando sistemi di recupero a radiofrequenza o telematici. Come si vedeva anni fa nel telefilm Supercar, oggi le nuove tecnologie vegliano sull’automobile, segnalando al proprietario quando la vettura viene insidiata oppure quando oltrepassa una determinata area di sicurezza”, conclude Ghenzer.
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