Assicurazioni italiane sempre più sul cloud, ma restano alcuni freni
6 mar 2020 | 2 min di lettura
Centrale la questione dell'integrazione della tecnologia in ambito "core"
Avanti adagio. Il settore assicurativo italiano sta attraversando "una profonda trasformazione in cui si renderà necessaria anche un’evoluzione dei sistemi e delle architetture informatiche". Ma un sondaggio di GFT sottolinea anche la presenza di resistenze da parte delle compagnie, frenate da alcuni cambiamenti richiesti da soluzioni evolute basate sul cloud.
Il punto non è tanto l'adozione della tecnologia, quanto la sua integrazione in ambito "core", cioè centrale per la società. Le assicurazioni, spiega l'indagine, sono consapevoli di dover "svecchiare il parco applicativo per adeguarlo ad un contesto di mercato in forte evoluzione e impattato pesantemente dal digitale”, anche per quanto riguarda l'offerta di prodotti assicurativi. Sanno che sono “necessari investimenti”, tuttavia “sembrano considerare il cloud come un tema di carattere prettamente tecnologico, più che strategico”.
Il risultato è una limitazione delle potenzialità del digitale, spesso confinato (al netto delle eccezioni) ad aree secondarie o periferiche delle compagnie. Eppure, oltre un terzo degli intervistati ha dichiarato che il cloud potrebbe essere immediatamente applicato per i sistemi core, mentre un altro terzo sta valutando la sua integrazione “nel medio periodo”.
Ma quali sono i dubbi delle società assicurative? “Sebbene apprezzino molto i vantaggi che potrebbero essere apportati dal cloud” (come aggiornamenti automatici e una struttura più agile e scalabile), “sono cresciute le preoccupazioni relative a diversi elementi che vengono percepiti come un freno alla sua adozione”. Rispetto al passato, sono diminuiti i timori legati alla cybersicurezza. Resta una zavorra per una quota importante (il 42% delle compagnie) ma - sottolinea GFT - “inferiore a quella che si sarebbe registrata qualche anno fa”. La sicurezza del dato e dei sistemi, infatti, è passata in secondo piano rispetto ad altre perplessità. Da una parte, il 47,4% del campione ha espresso preoccupazione per i cambiamenti nel modello operativo necessari per abbracciare il digitale e ancora di più (il 52,6%) sono le compagnie che pongono l'accento sulla mancanza delle giuste competenze.
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