Bollo per le auto d’epoca: novità in arrivo
2 set 2016 | 2 min di lettura
Si torna a parlare delle tasse sui veicoli storici
Si torna a parlare del bollo per le auto storiche. Le ultime settimane infatti hanno visto l’avvicendarsi di una serie di provvedimenti decisivi sul fronte della mancata esenzione di tale particolare tipologia di veicoli che si ritrovano a dover far fronte al pagamento pieno di questa tassa.
La Corte Costituzionale ha stabilito che, in materia fiscale, le Regioni non possono decidere in maniera autonoma ma dovranno far riferimento a quanto stabilito dal Governo. Fino a questo momento infatti molte aree avevano deciso di non adeguarsi alla reintroduzione di tale tassa continuando a mantenere la normativa precedente. Si tratta però di una sentenza relativa ai soli territori di Umbria e Basilicata, rimane quindi in dubbio come quanto annunciato dalla Corte sarà accolto nelle altre regioni.
Una decisione che fa discutere e sulla quale si è espresso anche il presidente dell’ACI (Automobile Club d’Italia) mettendo in luce come tale decisione penalizzerebbe e non poco alcuni automobilisti rispetto ad altri, rappresentando un vero e proprio fenomeno di discriminazione territoriale. Si avverte sempre di più la necessità di mettere ordine all’interno di un comparto troppo caotico magari attraverso una lista chiusa, redatta dalla stessa ACI, di veicoli di interesse storico e collezionistico, da divulgare anche tra le varie compagnie per stabilire i premi dell’Rc auto.
Ricordiamo che la reintroduzione della tassa di circolazione per questa particolare tipologia di automobili è avvenuta nel 2014 con la volontà di disciplinare il sistema di agevolazioni che aveva, fino a quel momento, considerato di interesse storico ogni veicolo immatricolato da più di 20 anni nonostante queste auto in molti casi venissero usate con la stessa regolarità di vetture più moderne. Questo provvedimento però non è mai andato a genio alle varie e numerose Associazioni di appassionati che vedono l’introduzione del bollo una delle cause che nel breve tempo andrà a ridurre nettamente il numero degli amatori del genere vintage. Le ricerche parlano di un crollo del settore pari al 20% con i possessori impossibilitati a sostenere tutte queste spese per una seconda auto e che scelgono quindi di rottamare tali veicoli o venderli al di fuori del territorio italiano.
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