Bonus-malus, riforma al vaglio
21 gen 2011 | 3 min di lettura
Il Sistema bonus-malus sotto osservazione
Le tariffe Rc Auto italiane sono le più alte d’Europa. E’ una filastrocca, questa, che sentiamo ripetere da anni. Sul fatto che i prezzi ogni anno aumentino all’impazzata (secondo Adusbef e Federconsumatori nell’arco di 15 anni siamo intorno a un +180%) sembrano essere tutti d’accordo: Governo e istituzioni, Authority, associazioni di categoria e unioni dei consumatori. Dove invece le vedute differiscono e non di poco è sul tipo di ricetta da utilizzare per uscire da questa situazione.
La scorsa settimana, il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani ha preso parte a un tavolo tecnico con Isvap, Ania e i vari soggetti interessati per discutere di Rc Auto. In base ai dati in possesso del Ministero, la media di una polizza italiana si aggira intorno ai 400 euro, contro i 200 della media europea. Il doppio. Per questo, il 2011 deve essere l’anno della svolta. Secondo l’Isvap, c’è margine per un calo dei piani tariffari del 15-18%. Proprio l’Istituto di vigilanza del settore, negli ultimi giorni del 2010 aveva mandato al Ministero dello Sviluppo Economico e a entrambi i rami del Parlamento un pacchetto di misure da mettere in atto al fine di ridurre i continui incrementi dei prezzi. Il primo punto riguarda l’antifrode, visto che in Italia ci sono 4 milioni di sinistri all’anno contro i 2,1 della Francia e gli 1,7 della Spagna. Proprio in questi giorni una bozza di riforma è in discussione alla commissione Finanze della Camera.
Secondo l’Isvap però, combattere le frodi non basta. E nel pacchetto sono indicati altri provvedimenti da prendere con urgenza. Secondo l’Authority c’è da rivedere il meccanismo del risarcimento diretto, oltre che da riformulare il trattamento delle macro e micro lesioni, che al momento va a tutto vantaggio delle seconde, le quali sul totale dei risarcimenti incidono in maniera preponderante. In seconda battuta, va stimolata la concorrenza. Per questo l’Authority chiede l’abolizione del tacito rinnovo, al fine di creare più competitività nel settore.
Ma il vero volano per una diminuzione delle tariffe, per l’Isvap, è la revisione del sistema bonus-malus, formulato su classi di merito delineate nel ’93. All’epoca infatti il sistema funzionava, in quanto vi era un regime normativo (la cosiddetta tariffa amministrata) diverso e un numero di sinistri maggiore. Oggi però c’è un’eccessiva concentrazione degli assicurati nelle prime tre classi di merito, visto che il 92% di essi non causa sinistri. Così, col passare degli anni, sempre più veicoli sono portati a scivolare nella prima classe. Dunque le classi di merito, che attestano la buona o cattiva condotta di guida degli automobilisti, sono destinate a perdere ogni significato ai fini della determinazione e identificazione del profilo di rischio e, quindi, del premio, con effetti che vanno a scapito degli assicurati virtuosi. Dunque secondo l’Isvap i tempi sono ormai maturi per una rivisitazione organica del sistema, da rifondare su basi più attuali, e che tenga conto del mutato contesto normativo ed economico, e che porti alla formulazione di un nuovo meccanismo che rispecchi nelle tariffe le condotte (virtuose o meno virtuose) effettivamente tenute dagli assicurati.
La riforma del sistema bonus-malus, su cui sono tutti d’accordo, per ora è realtà solo a parole. Anche alla fine dell’anno, la sua discussione in sede parlamentare è slittata. L’intenzione di lavorarci quanto prima c’è – ha spiegato in occasione del tavolo tecnico il ministro Romani – e cercando di coinvolgere tutti i soggetti interessati. Secondo Fabio Cerchiai, presidente dell’Ania, rivedere la formula è il vero crocevia per arrivare a un’interruzione degli aumenti dei prezzi. Anche perché, secondo Cerchiai, il decreto Bersani da questo punto di vista ha peggiorato sensibilmente le cose perché l’onerosità è diminuita soltanto per chi fa gli incidenti a scapito di tutti gli altri. Il percorso di revisione non sarà facile, visto che una formula perfetta e che metta d’accordo tutti non c’è. Per questo i tempi non saranno brevi.
di Valerio Mingarelli
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