Ci confermiamo più apprensivi degli inglesi
3 set 2014 | 3 min di lettura
Prendere la patente è uno degli appuntamenti che i ragazzi aspettano con ansia al compimento del diciottesimo anno. Per arrivare al tanto sospirato documento, si è disposti a fare di tutto. A livello internazionale, secondo un'indagine del Centro studi e documentazione di Direct Line, è invalsa la tendenza dei genitori a valutare per primi le capacità di guida dei propri figli dando loro lezioni di guida private, che si aggiungono a quelle impartite dall'autoscuola. E se la scuola guida di mamma e papà, insomma, si dimostra un classico dappertutto nel mondo, da noi assume aspetti caratteristici.
Secondo Direct Line, i genitori automobilisti italiani sono i più interessati alla preparazione della madre di tutte le prove: ben il 76% dei genitori italiani, infatti, dichiara di aver impartito ai propri figli alcune lezioni pratiche, giusto in vista dell’esame. Contrariamente, per esempio, ai genitori inglesi, più interessati a lezioni post conseguimento della patente: il 68% di loro afferma di imporle ai figli per testarne la preparazione, percentuale di gran lunga superiore a quella italiana, che vede solo il 12% interessato a valutare praticamente la preparazione dei figli dopo aver ottenuto la licenza di guida.
Sempre secondo l'indagine di Direct Line, non sorprende per niente che in Italia siano i papà quelli più preoccupati a formare nel migliore dei modi la nuova generazione di guidatori: il 63% di loro, infatti, si aggiudica il premio ideale di genitore più orientato a questo insegnamento. Meno interessate invece le mamme, visto che solo il 46% di loro si dimostra interessato alla cosa.
Ma se le lezioni di guida dopo l'esame sono la priorità inglese, gli italiani trovano a loro volta un modo tutto loro per tastare con mano le capacità di guida dei figli. Come? Presenziando ai primi viaggi ufficiali, al fianco dei figli guidatori. Il 54% degli automobilisti italiani, infatti, ha candidamente ammesso di aver voluto presenziare ai primi spostamenti in auto del figlio, contro il 20% degli inglesi. In dettaglio, il 29% vuole sedere al posto del passeggero durante il primo viaggio serale o notturno, mentre un 25% siede a fianco del neopatentato nei primi approcci con le tangenziali o con le autostrade.
Un altro dato. Mentre soltanto il 29% dei genitori inglesi è intenzionato a imporre delle regole circa l'utilizzo dell’auto, in Italia la pratica è più diffusa, visto che ben l’85% dei genitori del Bel Paese pone un regolamento preciso sull'uso dell'auto da parte del giovane figlio fresco di patente. Si tratta di preoccupazioni certamente non legate al problema dei possibili danni ai veicoli (e alle peripezie con l'RC auto). Le prime cinque regole da rispettare per il neopatentato, secondo una classifica di Direct Line, sono l’utilizzo del cartello P, Principiante, (imposto dal 27% dei genitori), il divieto a proporsi come autista nelle serate fuori con gli amici (19%), il “coprifuoco” per l’utilizzo dell’auto (16%), il numero massimo di passeggeri trasportabili (13%) e il divieto tassativo di andare in autostrada (10%). Tutte regole giustificate dalla preoccupazione legata ad alcune situazioni: i pericoli di una guida da novizio praticata durante la sera o la notte resta in cima alle preoccupazioni del 34% dei genitori italiani, ma anche le insidie che comportano i lunghi viaggi (33%) oppure la percorrenza di strade molto trafficate (25%) fanno la loro parte nell'imporre restrizioni all'uso dell'auto.
di Franco Canevesio
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