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Danni da maltempo: la polizza diventa obbligatoria per le imprese

23 gen 2024 | 4 min di lettura

L'obbligo dovrebbe scattare a fine 2024

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Il mutamento climatico espone il nostro Paese a eventi atmosferici sempre più estremi: solo negli ultimi due anni l’Italia ha dovuto affrontare la frana di Ischia (novembre 2022) e le alluvioni che hanno colpito le regioni Marche (settembre 2022), Emilia-Romagna (maggio 2023) e Toscana (novembre 2023).

Proprio per far fronte a queste emergenze, nella Legge di Bilancio è stato inserito un nuovo obbligo di legge: il legislatore ha reso obbligatoria la copertura dei danni causati da eventi quali sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni a beni come terreni e fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali. L’obbligo scatterà a fine 2024 e si applicherà a tutte le imprese italiane e a quelle estere con stabile organizzazione in Italia.

La legge concede inoltre al Ministero dell’Economia e delle Finanza e al Ministero delle Imprese e del Made in Italy la possibilità di stabilire ulteriori modalità attuative e operative, incluse quelle di individuazione degli eventi calamitosi e catastrofali.

Il mercato si attende nei prossimi due mesi un quadro più chiaro da queste normative anche perché l'obbligo di assicurazionenon avrà ripercussioni solo sulle imprese, ma anche sulle compagnie assicurative, che dovranno adattarsi rivedendo i loro modelli di valutazione del rischio.

Il punto della situazione: poche imprese assicurate

Rispetto ai principali Paesi europei, le nostre imprese non sono protette dai danni che questi eventi sono in grado di causare: secondo i dati dell’Ania, l’associazione che rappresenta le compagnie assicurative in Italia, la quasi totalità delle microimprese fino a nove dipendenti non sono assicurate, vale a dire che solo il 5,6% di queste aziende ha stipulato polizze assicurative di copertura per terremoti mentre la percentuale scende al 2% per alluvioni.

La copertura è limitata anche per le imprese piccole da 10 a 49 dipendenti (solo il 22,8% risulta assicurato contro terremoti, il 19,7% contro le alluvioni), mentre aumenta per quelle medie da 50-249 dipendenti (69,2% per i terremoti e 71,5% per le alluvioni) e per le grandi (88,8% e 84,9%).

L’esposizione delle compagnie assicurative

Secondo un’analisi della società Cerved, l’esposizione potenziale massima delle compagnie assicurative ammonta a oltre 1.701 miliardi di euro. Si tratterebbe di ben mille miliardi in più rispetto ai 790 attuali, stimati su dati ANIA (si tratta dell’esposizione teorica attuale, al netto dei limiti contrattuali previsti).

Dei 1.701 miliardi, 987 fanno riferimento a fabbricati e terreni, mentre 714 a macchinari, impianti e attrezzature industriali e commerciali. L’analisi coinvolge oltre 6 milioni di aziende italiane iscritte al registro delle imprese, fornendo una panoramica completa del potenziale impatto sul mercato assicurativo.

La stima non rappresenta il valore commerciale dei beni, bensì quello di ripristino che deve essere effettivamente assicurato dalle compagnie assicurative e non considera i possibili limiti contrattuali (la compagnia può decidere se esporsi per un indennizzo del 100% del valore assicurato o di una percentuale inferiore).

La distribuzione del rischio per le imprese

Secondo un'analisi geografica, la macroarea più coinvolta è il Nord-Ovest (Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia e Piemonte), dove l'esposizione totale si attesta a circa 700 miliardi di euro di cui 400 riferiti a fabbricati e terreni e 300 a macchinari, impianti e attrezzature industriali e commerciali. Questi dati, che rappresentano il 40% del totale nazionale stimato, sono fortemente influenzati dalla Lombardia, che è caratterizzata da un'alta densità industriale e da sola ha esposizioni per più di 500 miliardi di euro.

Il Nord-Est (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna) manifesta un'esposizione complessiva di circa 430 miliardi di euro, con la caratteristica di mostrare un marcato equilibrio (50% ciascuno) tra fabbricati e terreni, da un lato, e macchinari, impianti e attrezzature industriali e commerciali, dall'altro. Interessanti i dati di Emilia-Romagna e Toscana, due regioni recentemente colpite da eventi alluvionali: la prima ha, da sola, un’esposizione di più di 150 miliardi, mentre la seconda si attesta sugli 80.

Nel Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo) si registra invece un'esposizione di circa 330 miliardi di euro (19% del totale), di cui ben 120 associati al valore dei fabbricati e terreni nel solo Lazio. Infine, nel Sud (Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria) e nelle Isole l'esposizione complessiva ammonta a circa 240 miliardi di euro (14% del totale). In Sicilia e Sardegna il 70% dell’esposizione riguarda fabbricati e terreni.

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