Di Maio rilancia l'idea di abolire il bollo auto
24 lug 2019 | 3 min di lettura
Numerosi i tentativi negli anni passati
E se, prima o poi, scomparisse il bollo auto? È un antico sogno dei guidatori italiani, rilanciato in questi giorni dalle colonne di Avvenire.it sulla base di quanto detto dal vicepremier Luigi Di Maio durante una trasmissione televisiva Rai. Il ministro dello Sviluppo economico, infatti, ha parlato della possibilità di abolire o ridurre il bollo auto inserendo il provvedimento nella prossima legge di bilancio.
Bollo auto, 6,5 miliardi di euro alle Regioni. Perenne promessa politica di ogni governo degli ultimi dieci anni, l’idea di abolire il bollo non tramonta mai: sarebbe una manna per gli automobilisti, tartassati oltre che dal bollo anche dall'rc auto che comunque, con un premio medio nel 2018 da 414 euro, l'Ania indica in diminuzione del 25% dal 2012. D'altronde il bollo auto rende 6,5 miliardi l’anno alle Regioni, logico che la possibilità di rinunciare a questa entrata non piaccia agli enti pubblici.
Di Maio: “Lo spread va giù? Aboliamo il bollo”. L'idea di Di Maio si basa sullo spread. Sì, avete capito bene. “Lo spread si è abbassato e dunque si potrebbe cominciare a eliminare quella tassa odiosa che è il bollo auto”, spiega il ministro. La sua volontà, sottolinea, è quella di “trovare i soldi in modo da permettere che un’auto, sempre più ecologica, possa essere meno tassata. L’idea - prosegue Di Maio - è la consistente riduzione del bollo auto o la sua vera abolizione: da qui a fine anno, dobbiamo mettere insieme le risorse”.
Una storia lunga (almeno) dieci anni. Di eliminare il bollo auto parlò a suo tempo (2008) anche l'ex premier Silvio Berlusconi. All'epoca non successe nulla. Così come non successe nulla quando ne parlò Roberto Maroni, allora candidato alla presidenza della Lombardia, che annunciò la cancellazione del bollo se la Regione fosse riuscita a trattenere più risorse nella partita con lo Stato. Nulla di fatto: l'odiata tassa automobilistica, tanto più antipatica in quanto colpisce il possesso del veicolo, resiste a tutti gli attacchi. Questo succede anche perché le cifre sono consistenti: l'antipatico bollo, infatti, garantisce risorse alle Regioni per oltre 6,5 miliardi di euro all’anno: alla sola Lombardia va un miliardo l'anno. Abolirlo vorrebbe dire aprire una voragine nei conti regionali, un buco sostenibile soltanto aumentando altre imposte o tagliando i servizi. Come fare, allora? Bisognerebbe che lo Stato trasferisse delle risorse a regioni e altri enti, oppure consentisse loro di varare delle nuove imposizioni in modo da compensare la perdita. Materia parecchio spinosa, dunque, anche perché trattasi di una tassa istituita da legge statale, ma di competenza regionale.
Togliere il bollo e mettere l'addizionale sui carburanti. Una via d’uscita sarebbe sostituire il bollo con un’addizionale sui carburanti, garantendo un gettito equivalente. È un'alternativa non simpaticissima, ma almeno penalizzerebbe i grandi viaggiatori alleggerendo la spesa di quanti usano l’auto soltanto saltuariamente o per brevi tratti. Una simile proposta di legge non venne nemmeno presa in considerazione l’anno scorso nel timore di una rivolta dell'opinione pubblica.
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