Educazione stradale a scuola? Se ne riparla nel 2021
23 ago 2019 | 3 min di lettura
La legge già approvata non è stata inserita in Gazzetta ufficiale
Sicurezza e Rc auto sono concetti strettamente legati. Eppure sembra che la cosa non sia così sentita, soprattutto per quanto concerne la prima. Lo dimostra la legge approvata il primo agosto scorso che preveva il ritorno nelle scuole dell'educazione civica con uno spazio l'obbligo di 33 ore annuali di educazione stradale e voto in pagella. Ebbene, questa legge non vedrà la luce in tempo per l'apertura del prossimo anno scolastico, e tutto viene rimandato al 2021. Lo denuncia, indignata, l'Asaps, l'associazione amici polizia stradale. Cosa è successo? È successo che per attuare quest'anno nel programma scolastico il percorso di educazione civica, sarebbe stato necessario che la legge venisse pubblicata in Gazzetta Ufficiale entro il 16 agosto. Ma questo non è avvenuto.
Educazione civica e stradale fin dalla scuola dell'infanzia. La legge uccisa ancora prima di nascere, o quasi, era composta da 12 articoli e prevedeva che, nel primo e secondo ciclo di istruzione, venisse istituito l'insegnamento trasversale dell'educazione civica. Prevedeva inoltre che le iniziative di sensibilizzazione verso la cittadinanza responsabile fossero avviate già dalla scuola dell'infanzia.
Una norma al passo coi tempi mai applicata. In realtà si tratta di un vero e proprio smacco, visto che l'educazione stradale dovrebbe avere spazio a scuola addirittura dal 1992, cioè dall'anno dell'approvazione del Codice della Strada vigente, almeno secondo quanto indicato dall'art. 230. “Norma mai attuata pienamente - spiega Luigi Altamura, capo della polizia municipale di Verona, rappresentante delle polizie municipali all'Anci - Avrebbero dovuto essere predisposti dei programmi appositi da parte del ministero dell'Istruzione di concerto col ministero de Trasporti, dell'Interno, dell'Ambiente. Addirittura - prosegue Altamura - il codice del 1992 era talmente avanti rispetto alle cause dei sinistri stradali che il medesimo articolo ricordava come fosse divenuto già allora fondamentale far conoscere anche ai bambini le regole di comportamento degli utenti, soprattutto per quanto concerne l'informazione sui rischi conseguenti all'assunzione delle sostanze psicotrope, stupefacenti e delle bevande alcoliche”.
Polizie municipali fai da te. Oggi, oltre 25 anni dopo, invece, ci ritroviamo ancora con un pugno di mosche in mano. Il decreto non è mai stato pubblicato e i programmi nelle scuole non sono mai stati adottati formalmente. Così, le Polizie municipali, quelle che dovevano essere di ausilio agli insegnanti, si sono arrangiate e hanno iniziato ugualmente l'attività didattica in numerosi comuni italiani: percorsi di studio, fuori dall'orario obbligatorio di scuola, senza voti e senza riconoscimenti formali. Tutto grazie a dirigenti scolastici e docenti sensibili all'argomento. “In molte città sono sorte vere e proprie piste di educazione stradale. In alcune centinaia di Comandi esistono Nuclei di agenti e di ufficiali dedicati e formati: anche fuori dall'orario di lavoro, svolgono lezioni e analisi su rischi e comportamenti corretti da adottare sulle strade”, sottolinea Altamura.
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