Il mondo dell'auto prima e dopo il Covid
3 giu 2020 | 3 min di lettura
Secondo Nomisma l'Italia è destinata a risollevarsi
L’auto rimane al primo posto tra le scelte di mobilità dei cittadini europei, italiani compresi. Lo evidenzia l’Osservatorio Lockdown di Nomisma, creato per tenere sotto controllo l’impatto dell’emergenza coronavirus sulle vite degli italiani. Pandemia e, soprattutto, lockdown si sono inseriti in un settore come quello automobilistico - che, ricordiamolo, conta a livello europeo 13.800.000 occupati - in una fase caratterizzata da grandi cambiamenti destinati a impattare non solo sul mercato ma anche su tariffe come l'Rc auto.
Il mondo dell'auto prima e dopo il lockdown. L’evoluzione del mercato, prima della pandemia, era guidata da due forze opposte: la tendenza a un uso più intensivo dell’auto, da un lato, con un chilometraggio individuale stimato a +23% entro il 2030 e la consapevolezza, d'altro lato, che entro il 2030 in Europa circa 80 milioni di veicoli lasceranno il passo a soluzioni più ecologiche e al car sharing. A causa del lockdown, nota l'Osservatorio Nomisma, è arrivato il crollo delle immatricolazioni che ha toccato, in Italia quota -85% rispetto al 2019, ossia il 33% in meno rispetto alla media dell’area EU - EFTA - UK. Un calo che ha interessato anche la Francia (-34%), la Gran Bretagna, la Spagna (-31% ambedue) e la Germania (-20%) e ha coinvolto sia i mezzi leggeri (-23% di immatricolazioni in Europa) che quelli pesanti (-27%).
Cronaca di una crisi annunciata. Se è vero, com'è vero, che il Coronovirus ha rappresentato la principale causa del crollo del mercato automobilistico, è vero anche che ha amplificato una crisi già in atto. Secondo l’Osservatorio Lockdown di Nomisma, nel primo bimestre 2020 le immatricolazioni di auto in Europa erano già in calo del 7% rispetto al primo bimestre 2019. In Italia, le 1,9 milioni di immatricolazioni 2019 erano risultate ancora più basse rispetto alle 2,5 milioni del 2008, prima della crisi.
Nonostante tutto, dice Nomisma, l'automotive italiano resisterà. In base all’analisi dell’Osservatorio Lockdown Nomisma, infatti, il rischio di contagio indurrà gli italiani a optare sempre meno per l'autobus. Di conseguenza, aumenterà (del 30%, secondo Nomisma) l’uso dell’auto privata, per effetto del cosiddetto fear effect, effetto paura che, addirittura, è destinato a far crescere seppure in misura minore, l’uso della bicicletta.
Il futuro dell'auto mette il cliente al centro. Certo, uno degli effetti del lockdown sul mercato automobilistico, inutile nasconderlo, è stato lo stop delle vendite che in Italia, di fatto, ha bloccato 350 mila auto nei concessionari per un valore di quasi 7 miliardi di euro. Blocco che potrebbe impattare anche sul fronte occupazionale: nel nostro Paese sono a rischio, secondo i dati Unrae, 150 mila occupati nei 1.400 concessionari, 1,5 milioni di lavoratori in tutta Europa. Per questo, sottolinea Nomisma, sarà necessario nell’immediato futuro mettere il cliente al centro, ossia, prevedere la collaborazione degli attori coinvolti, siano essi istituzioni, vendors, concessionari o società di noleggio. Tutti, sostiene Nomisma, dovranno cooperare a favore della liquidità, della flessibilità e della digitalizzazione, intercettando i nuovi punti di contatto col consumatore che sarà più digitale ma non meno personalizzato per quanto riguarda i suoi desiderata.
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