Investire in tecnologia, l'imperativo delle assicurazioni
15 ott 2014 | 3 min di lettura
Assicurazioni e nuove tecnologie: una ricerca di State Street
Le assicurazioni sono tecnologicamente indietro? Pare di sì, come afferma la nuova ricerca di State Street, condotta in collaborazione con l'Economist Intelligence Unit e intitolata “Piattaforme per la crescita: innovazioni tecnologiche nel settore assicurativo”. Il report mette in luce come il settore assicurativo, in tutti i rami, da quelli più propriamente gestionali alle assicurazioni vita, all'assicurazione auto, richieda significativi investimenti tecnologici se vuole tenere il passo col cambiamento e con le esigenze degli assicuratori, riassumibili in tre driver: alimentare la crescita, spostarsi su nuovi mercati e migliorare le relazioni coi clienti. Gli assicuratori, mostra la ricerca, lottano per costruire una solida base tecnologica, il più funzionale possibile per i portafogli e i clienti.
Perché è chiaro che il mercato dei prodotti assicurativi attraversa una forte fase di cambiamento visto che il 78% degli assicuratori affronta ogni giorno l'onere della crescente domanda posta dalla clientela per investire in nuove tecnologie più che nell'espansione del business o in nuove normative.
Investire in hi-tech
La ricerca rileva che, per rispondere a questa crescente domanda di tecnologia raggiungendo nuovi segmenti di clientela, la maggioranza degli assicuratori, cioè il 58%, investe in sistemi di crm, in social media (il 57%) e in tecnologia, in modo da acquisire nuove informazioni sui possibili clienti (il 50%).
E se l’ingresso di nuovi operatori induce al cambiamento del panorama competitivo tramite l’utilizzo della tecnologia data-driven che possa trasformare il modello del business assicurativo tradizionale, gli assicuratori che sono già presenti nel settore lottano strenuamente per tenere il passo: soltanto il 31% di loro, infatti, definisce “rapido” il ritmo di questa innovazione.
Evolvere in fretta
Per cambiare veramente, secondo la ricerca, gli assicuratori dovranno superare al più presto i sistemi basati su dati storici. Il problema è che l'86% degli assicuratori è ancora impegnato a risolvere problemi legati ai vecchi sistemi di IT: il 93% di loro dichiara di necessitare di una nuova infrastruttura hi-tech per integrare e per gestire i dati, mentre soltanto il 38% ritiene sia “molto efficace” la trasformazione in informazioni fruibili di molteplici fonti dati.
Spiega Pete Thurmond, responsabile di Insurance sector solutions di State Street, “per accedere a nuovi segmenti di clientela, contrastando i concorrenti che sfruttano le nuove tecnologie e i sistemi basati sui dati, diventa sempre più importante per l'assicuratore concentrarsi sia sulla raccolta che sull’analisi dei dati, in modo da comprendere i comportamenti del consumatore, offrendo prodotti su misura che soddisfino le sue esigenze”.
Sondaggio globale
Nel report, l'Economist Intelligence Unit ha coinvolto a livello globale, tra giugno e luglio del 2014, ben 321 senior executive di compagnie assicurative con l’obiettivo di analizzare in dettaglio le sfide tecnologiche del settore: il 36% degli intervistati proviene dall'Europa, dal Medio Oriente e dall'Emea (Africa), il 34% dalle Americhe, il 30% dall’area Asia-Pacifico. L’82% delle compagnie intervistate rappresenta società che vantano ricavi annuali da un miliardo di dollari.
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