Italia: boom di immatricolazioni nel 2016

Ritrovato interesse per il settore dell’automotive che, nel 2016, ha segnalato numeri da record per ciò che riguarda le immatricolazioni auto in tutta Europa.

Ecco l’importante evidenza messa in luce di recente dall’associazione dei costruttori europei Acea che ha sottolineato come l’anno appena concluso sia stato contraddistinto da una dinamica positiva per il comparto con una crescita delle immatricolazioni del +6,8% rispetto al 2015.

Lo sviluppo ha interessato quasi in maniera omogenea tutti e 28 i paese europei, ad eccezione dell’Olanda che ha invece registrato un trend in contrazione. Il maggiore contributo è stato dato dai cinque principali mercati che di per se rappresentano il 75% del totale.

A guidare la classifica, contro ogni aspettativa, c’è l’Italia che ha segnalato un eloquente +15,8% pari a 1.824.968 immatricolazioni di nuove auto. Performance invidiabili dunque per il nostro Paese che hanno portato ad una nuova rinascita di uno dei settori che era stato colpito duramente dalla crisi economica. Numerosi sembrano essere i fattori che hanno contribuito a tale tendenza: a partire dalle forti promozioni lanciate dalle case automobilistiche e dalle concessionarie ma anche da offerte competitive per ciò che riguarda le Rc Auto, fino al superammortamento del 140% per le partite iva. Non ultimo lo stato del parco auto circolante: in Italia infatti si registra un numero decisamente elevato di vetture obsolete il che porta, in questo momento di maggiore fiducia, ad un maggior margine di recupero.

In seconda posizione la Spagna con un +10,9% rispetto al 2015 seguita a ruota dalla Francia (+5,1%), dalla Germania  e dal Regno Unito.

A dare risultati sorprendenti sono i mercati dell’est, dove la diffusione della motorizzazione individuale si è sviluppata piuttosto di recente. Percentuali interessanti e tutte a doppia cifra per la zona: l’Ungheria ha registrato un +25,1%, la Croazia con un +23,5% e la Lituania con un +18,9%.

Nonostante questo quadro di sostanziale ripresa gli esperti raccomandano di essere cauti: numeri così elevati sono una grande responsabilità da eguagliare per il 2017 che si è già caratterizzato per essere un anno difficile per il settore, a partire dallo scandalo emissioni.