Italiani, assicurati e connessi
8 mag 2018 | 2 min di lettura
I dati di un'indagine Cetif e Cattolica di Milano
Italiani sempre più connessi. Aumenta il numero di polizze che prevede l’utilizzo di un dispositivo collegato a Internet. A rivelarlo è la ricerca “IoT & New Insurance Models” del Digital Insurance Hub, promosso da CeTIF, Il Centro di Ricerca in Tecnologie, Innovazione e Servizi Finanziari dell’Università Cattolica di Milano, in collaborazione con la società Crif.
Nel dettaglio, la ricerca fa emergere come il 60% delle compagnie assicurative attive in Italia sia già in grado di proporre polizze che prevedono l’integrazione con un dispositivo IoT. A favorirne poi l’adozione da parte degli assicurati è la possibilità di ottenere servizi aggiuntivi rispetto a quelli tradizionali. Come nel caso ad esempio della polizza Rc auto. Basti pensare infatti, come la possibilità di ottenere uno sconto sul premio della polizza in base al reale stile di guida, rilevato dalla cosiddetta “scatola nera”, stia diventando nel concreto per gli automobilisti sempre più uno standard.
Nel 2018 la diffusione di polizze abbinate a dispositivi IoT è infatti cresciuto soprattutto nell’ambito “motor”: il 61% delle prime 35 compagnie offrono soluzioni di questo tipo.
Ma la tendenza a collegare le polizze tradizionali con dispositivi di questo tipo, in grado di rilevare dati, elaborarli e inviarli tramite la rete, si sta diffondendo anche in altre settori, tra cui le polizze casa.
Nel 2018 il 25% (contro il 16% del 2017) dei principali gruppi assicurativi ha emesso polizze con integrazioni IoT “semplici”, basate su dispositivi che prevedono la rilevazione degli incendi, della fuoriuscita di monossido di carbonio, della temperatura, e di eventuali intrusioni.
Dalla mappatura dei servizi forniti dalle compagnie assicurative emerge poi una caratteristica tipica del settore danni: la possibilità di collegare, previo consenso dell’assicurato, sia lo stile di vita, sia le eventuali interazioni dei dispositivi connessi, per poter offrire servizi su misura. In questo senso, nel comparto salute e benessere sono infatti già in atto alcune sperimentazioni basate sull’uso di device digitali (quali braccialetti elettronici e altri wearables) in grado di abilitare l’attivazione di servizi aggiuntivi quali la telemedicina e l’assistenza a distanza.
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