L’Ivass sveglia le polizze dormienti
23 gen 2018 | 2 min di lettura
Da marzo via all'incrocio dei dati
Il tentativo delle compagnie assicurative di risalire ai beneficiari delle cosiddette “polizze dormienti” sembra essere finalmente arrivato al punto di svolta.
Secondo i dati raccolti ad agosto dall’Ivass, l’Istituto che vigila sull’operato delle compagnie assicurative in Italia, circa 4 milioni di polizze vita scadute negli ultimi 5 anni sono potenzialmente esposte al rischio di “dormienza”, in quanto le compagnie non sanno se l’assicurato è deceduto o no prima della scadenza della polizza.
Riepilogando, il problema, che è bene ricordare non riguarda in alcun modo le polizze danni o le polizze salute, ha a che fare con il diritto dei beneficiari a ricevere una prestazione dopo la morte dell’assicurato.
In sintesi, le polizze dormienti sono polizze che non sono state riscosse dai beneficiari e giacciono presso le compagnie assicurative in attesa della prescrizione. Può trattarsi di polizze per il caso di morte dell’assicurato, della cui esistenza i beneficiari non erano a conoscenza, o di polizze di risparmio che, giunte alla scadenza, non sono state riscosse per vari motivi.
Ora, grazie alla collaborazione dell’Agenzia delle Entrate, l’Ivass potrà effettuare l’incrocio tra i codici fiscali degli assicurati delle polizze vita “dormienti” con l’Anagrafe Tributaria. L’Ivass restituirà i dati “incrociati” alle imprese di assicurazione in modo che possano ricercare i beneficiari e pagare le polizze. Il primo incrocio sarà effettuato nel mese di marzo 2018.
In concreto il processo sarà questo: l’Authority girerà gli elenchi dei codici fiscali degli assicurati, forniti dalle compagnie, direttamente all’Agenzia delle Entrate; l’Agenzia a sua volta incrocerà i codici fiscali con il database dell’anagrafe tributaria che contiene le date dei decessi. A quel punto restituirà all’Ivass il file con l’indicazione, vicino al codice fiscale dell’assicurato, della data dell’eventuale decesso. L’Ivass a sua volta invierà l’elenco integrato con queste informazioni alle compagnie assicurative.
A convincere infatti l’Ivass della validità di questo processo sono stati i risultati di un primo test svolto a settembre scorso: condotto su un campione di 12 imprese e 101.242 polizze vita di assicurati con età superiore ai 90 anni, il processo ha consentito di risvegliare più di 15.789 polizze dormienti relative a 11.289 assicurati. Al 30 novembre il 76% di queste polizze “risvegliate” ( 12.002 polizze) risultava pagato.
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