L'Italia non è un paese elettrico
23 ago 2023 | 3 min di lettura
Lo stato dell'arte in Italia
Non tutta l’Italia è un Paese per auto elettriche. Non lo diciamo in riferimento all'RC auto ma in riferimento alla struttura della rete elettrica che attraversa lo Stivale. Ce lo suggeriscono gli ultimi aggiornamenti di Motus-E, secondo cui la situazione attuale delle infrastrutture di ricarica, aggiornata al dicembre 2022, evidenzia che più della metà dei comuni italiani, ossia il 58% non ha attualmente colonnine ad accesso pubblico. Il dato potrebbe non essere allarmante, considerando la frammentarietà del territorio. L’Italia, infatti, è caratterizzata da tantissime realtà di piccole dimensioni che fanno affidamento su zone limitrofe per la ricarica: si tratta, perlopiù, di capoluoghi di provincia che vantano il 32% di colonnine totali.
Un punto di ricarica ogni 30 km
Il report di Motus-E, comunque, tranquillizza gli automobilisti: nello stivale c’è in media almeno un punto di ricarica a uso pubblico nel raggio di 30 km. Per cui il rischio di rimanere a piedi non c'è. Resta il fatto che, con una colonnina ogni 30 chilometri, il prezzo da pagare resta notevole: basta diminuire la distanza a 20 km ed ecco che la disponibilità si limita al 99% del territorio. Scendendo ancora a 10 km cala all’86% di frequenza delle colonnine.
I comuni maglia nera per le ricariche
Dati alla mano, i comuni senza infrastrutture si concentrano per lo più nel Centro-Sud. Focalizzandoci sui 44 più popolosi, cioè con almeno 100.000 abitanti, secondo Motus-E, la maglia nera spetta a 7 comuni che, non solo stanno al di sotto della media nazionale di 6 colonnine ogni 10.000 abitanti, ma addirittura rasentano lo zero: Foggia (0,9 colonnine ogni 10.000 abitanti), Latina (0,8), Prato (0,7), Trieste (0,7), Cagliari (0,6), Sassari (0,6), Giugliano in Campania (0,2).
I capoluoghi con meno colonnine
Tra i capoluoghi, che come dicevamo spesso diventano un punto di riferimento per le zone circostanti, il report mette sotto la lente le città che vantano il minor numero di colonnine: Prato, Trieste, Vibo Valentia, Crotone e infine, ultima, Isernia. Addirittura Isernia, Prato e Trieste, finiscono anche in fondo alla classifica delle ricariche ad alta velocità.
Sosta “alla spina” nelle città con più colonnine
In tutto ciò, dunque, diventa necessario, da buoni italiani che fanno di necessità virtù, pensare a soluzioni alternative. Può essere plausibile, per esempio, una sosta alla spina in una delle 14 città metropolitane dello stivale che coprono il 33% dell’infrastruttura italiana. Da questo punto di vista Roma rimane al primo posto per numero di punti di ricarica, Venezia, invece, l'anno scorso ha primeggiato per il maggior numero di punti in rapporto alla popolazione e Milano, per maggior numero di punti in rapporto all’estensione del territorio.
Con questi numeri il paese arriva a mettere disposizione di 100 automobilisti che utilizzano l’auto elettrica ben 21,5 punti di ricarica: in questo senso l'Italia fa meglio di Norvegia, Germania, Regno Unito e Francia.
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