Le auto a guida autonoma dovranno “dialogare” coi ciclisti
19 mag 2023 | 3 min di lettura
L'obiettivo è aumentare la sicurezza sulle strade
La prossima generazione di auto a guida autonoma dovrà imparare a interfacciarsi anche con i ciclisti, se vuole che le strade siano sicure. Il tema, complesso, è alla base dello studio Keep it Real: Investigating driver-cyclist interaction in real-world traffic, dell’Università di Glasgow: una ricerca che ha un impatto non solo sulla sicurezza ma anche sulle tariffe assicurative, visto che se non viene stabilito un “codice di comportamento” giocoforza aumenteranno gli incidenti e i premi dell'Rc auto andranno ancora più in alto.
Auto a guida autonoma, display e led colorati
Secondo i ricercatori, per aumentare la sicurezza dei ciclisti, attualmente tra gli utenti più vulnerabili della strada, le auto di prossima generazione dovranno essere in grado “di comprendere le comunicazioni umane”. Come? Le auto, per esempio, potrebbero segnalare meglio le loro intenzioni con display integrati all’esterno: una serie di led colorati, simili a semafori, posizionati sui bordi delle auto potrebbe mostrare animazioni che segnalano in anticipo le intenzioni di manovra, una fase di rallentamento o accelerazione, aiutando così i ciclisti a interpretare meglio le intenzioni di veicoli a guida autonoma.
Dal lato ciclisti, i ricercatori pensano invece a “occhiali intelligenti” in grado di comunicare direttamente con le auto a guida autonoma che “Potrebbero inviare messaggi diretti ai ciclisti che indossano interfacce come gli occhiali realtà aumentata”.
Automobili e biciclette, una convivenza difficile
“Automobili e biciclette condividono gli stessi spazi sulle strade, il che può essere pericoloso - sottolinea Stephen Brewster, docente della School of computing science dell’Università di Glasgow e capo della team di ricerca - Tra il 2015 e il 2020, l’84% degli incidenti mortali in bicicletta ha coinvolto un veicolo a motore e ci sono state più di 11.000 collisioni. Negli ultimi anni sono state condotte molte ricerche per aumentare la sicurezza nei veicoli autonomi soprattutto in riferimento ai pedoni, ma poco è stato fatto su come i veicoli autonomi possano condividere in sicurezza la strada con i ciclisti. È un insieme di comportamenti molto complicato, una grande sfida da affrontare per le future generazioni di auto”.
Anche per questo, secondo i ricercatori, i progettisti delle interfaccia auto-ciclista dovranno calibrare bene gli strumenti in modo da “non sovraccaricare i ciclisti di informazioni non necessarie in scenari in cui gli utenti della strada sono in movimento”.
La ricerca: prima fase, osservazione del traffico...
Lo studio è stato condotto in due fasi: la prima è partita dall’osservazione del traffico stradale di Glasgow e dintorni per capire meglio come interagiscono gli utenti della strada. Sono state osservate 414 interazioni tra ciclisti e automobilisti in cinque incroci cittadini per vedere se ciclisti e automobilisti erano consapevoli l’uno dell’altro, come negoziavano chi si sarebbe mosso per primo e come comunicavano il feedback una volta completata la manovra.
… seconda fase: segnali e interazioni
Sono stati, poi, studiati i segnali fisici e vocali, oltre a quelli impliciti come il rallentamento, per capire come funzionavano le interazioni. Il team ha anche fornito a 12 volontari occhiali per il tracciamento oculare e videocamere montate sulla testa con cui pedalare, per scoprire cosa guardano le persone durante il viaggio.
Si è scoperto che i ciclisti, negli incroci, si affidano più regolarmente alle informazioni provenienti dai segnali stradali e dai semafori: inoltre, tengono d'occhio le auto per valutare le intenzioni dei conducenti in situazioni come rotatorie, incroci incontrollati e lavori stradali.
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