Le compagnie assicurative e il riscaldamento globale
29 mar 2013 | 3 min di lettura
Assicurazioni e...riscaldamento globale
È da tempo che le compagnie assicurative pagano la gran parte dei danni che vengono provocati dai cambiamenti climatici. In genere si ti tratta di disastri di rilevante entità che accadono un po' in tutte le parti del mondo. La colpa è del riscaldamento globale che ha cominciato a produrre i suoi effetti col verificarsi di una serie di fenomeni atmosferici estremi.
A questo punto è evidente come sia pressoché impossibile ignorare i rischi che derivano dal riscaldamento del pianeta o dalle alluvioni in Australia o nell'America del Sud, o ancora dalle catastrofi che sono generate da tempeste: un esempio di quest'ultimo tipo è l'uragano Sandy a forza tre che, tra il 22 e il 29 ottobre dell'anno scorso ha colpito Cuba e le Antille per poi abbattersi sulla costa degli Stati Uniti, con venti a 170 km/h. Il bilancio finale di questa catastrofe è stato di 280 morti con danni per 71 miliardi di dollari nei soli Stati Uniti mentre a livello mondiale si stima che l'uragano Sandy sia stato secondo solo a un altro evento catastrofico come l'uragano Katrina. Nel 2012 le assicurazioni statunitensi hanno sborsato 58 miliardi di dollari solo per rifondere i danni causati dagli eventi atmosferici: si tratta del secondo esborso di sempre, il primo è stato quello seguito all'uragano Katrina. Entrambi comunque avvenuti nel giro degli ultimi dieci anni.
Nonostante tutto,secondo uno studio di Ceres, la maggior parte delle assicurazioni si dimostra impreparata a gestire i cambiamenti climatici, eventi che possono costare miliardi e miliardi di euro. Parecchie compagnie brancolano ancora nel buio: molte stanno ancora formulando delle valutazioni di rischio senza però capire di cosa stiano parlando. Addirittura alcuni assicuratori mettono in dubbio la realtà di questo cambiamento climatico. In realtà non tutti sono restii ad affrontare il problema: alcuni giganti della riassicurazione, compagnie come MunichRe e SwissRe sono sempre molto attive nell'inserire cambiamenti nelle polizze in modo da limitare i danni che vengono creati dal cambiamento climatico. Alcune compagnie addirittura hanno già cominciato a cedere in factoring l'eventualità del rischio climatico inserendola come parte della procedura di sottoscrizione della polizza. D'altro canto, avviene anche che una parte degli assicuratori che si stanno dimostrando consci del cambio del clima a livello globale, tende ad abbandonare le aree più sensibili a questi mutamenti climatici (la Florida ad esempio) per evitare di dover pagare cifre colossali nel caso in cui la catastrofe si materializzasse. Intendiamoci: l'industria delle assicurazioni non è certo a rischio di fallimento ma, in ottica di lungo termine, le compagnie temono di trovarsi senza liquidità con i titolari delle proprietà immobiliari impossibilitati ad assicurarsi, casomai si trovassero a vivere in zone ad alto rischio.
Anche perché la comunità scientifica non ha dubbi: il riscaldamento globale è un evento reale ed è causato dall'uomo. Un recente studio indica infatti che la temperatura media del globo terrestre è più calda oggi rispetto a ogni altra epoca degli ultimi 11.000 anni e che non esiste alcun dubbio che il pianeta sia destinato a continuare a scaldarsi ancora per parecchio tempo. Secondo le ultime ricerche, anche se il mondo non dovesse più dipendere già da domani dal carbonio, quello ormai presente fa sì che il mondo si riscaldi di altri 2 gradi nel prossimo secolo. E mentre le emissioni di carbonio crescono ancora, è probabile che l'aumento della temperatura sarà molto peggiore.
di Franco Canevesio
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